MONDIALI 2021 / Alaphilippe: «Io campione contro il ciclismo dei robot, vincere così è bellissimo. Ma non pensavo di farcela»

Alaphilippe
Julian Alaphilippe sul podio dei mondiali di Leuven
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Nonostante fosse il campione uscente, Julian Alaphilippe non credeva assolutamente di potersi ripetere. Non gli sembrava la sua giornata, pur riconoscendo l’ottimo stato di forma di cui godeva e un percorso molto adatto a lui. 

Julian, ti rendi conto d’aver vinto?

«Assolutamente no, avrò bisogno di qualche giorno. Davvero non credevo di poter reggere fino alla fine».

Com’è nata l’azione decisiva?

«Cosa volete che vi dica, nel gruppo di testa c’erano diversi velocisti e io volevo farmi vedere, quindi l’unica alternativa era attaccare».

Era Senechal il vostro uomo per la volata?

«Sì, prima di attaccare gli ho detto di risparmiare energie perché la corsa poteva risolversi allo sprint. Alla fine è andata diversamente»

Quali analogie e differenze tra la vittoria a Imola e quella di oggi?

«Due similitudini: la stoccata e l’arrivo in solitaria, due momenti che io amo. E due differenze: il pubblico, che un anno fa quasi non c’era, e le mie aspettative».

Davvero non credevi di poter vincere di nuovo?

«È strano da spiegare, è come se non c’avessi mai pensato. Credevo che il mio momento in maglia iridata fosse finito. Un anno fa era il mio tarlo, quest’anno proprio no».

Chi temevi di più?

«Nel gruppo dei migliori c’erano talmente tanti bei corridori che alla fine ho preferito concentrarmi solo su me stesso».

Quando ti ha seguito Colbrelli e non Van Aert cos’hai pensato?

«Più che per misurare gli altri, ho fatto quell’azione per capire come stavo realmente io. Con grande stupore mi sono reso conto che le gambe rispondevano bene».

Ultimamente hai dichiarato che essere campioni del mondo è stupendo, ma tremendamente impegnativo. Adesso come farai?

«Lo confermo, se non vinci spesso e volentieri ti danno per bollito e sei sempre richiesto e cercato. Come farò proprio non lo so, intanto devo realizzare d’essere ancora io la maglia iridata».

Come hai visto il Belgio?

«La nazionale era fortissima, non hanno raccolto niente ma hanno il mio rispetto. I tifosi? Mi chiedevano di rallentare, però preferisco omettere le offese».

Addirittura?

«Fa parte del gioco, ormai è andata. Però li devo ringraziare, le loro parole mi hanno dato una motivazione in più per vincere».