EUROPEI 2021 / Le pagelle degli Under 23: la Spagna indirizza la corsa, Nys la vince. Baroncini, ricordati che sei un finisseur

Europei 2021
Il podio della gara Under 23 con Filippo Baroncini (Italia), Thibau Nys (Belgio) e Juan Ayuso (Spagna) (foto: Dario Belingheri/BettiniPhoto©2021)
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La prova europea degli Under 23 non è andata secondo copione. Chi immaginava una corsa tutto sommato contratta agli Europei 2021, ha dovuto ricredersi: la Spagna, che aveva il dovere di indurirla per Juan Ayuso, ha indirizzato la corsa; il Belgio, sempre nel vivo della gara, ha prima rischiato di sbancare con Lennert van Eetvelt e poi l’ha conquistata con uno sprint impeccabile di Thibau Nys, figlio della leggenda del ciclocross, Sven. E l’Italia come si è comportata agli Europei 2021? Gli azzurri di Marino Amadori potevano perderla sull’attacco di van Eetvelt, poi l’hanno ripresa con autorevolezza nell’ultimo tratto in salita. Poi, nel finale degli Europei 2021, Filippo Zana e Filippo Baroncini avrebbero potuto giocarsela diversamente. L’argento di Baroncini, infatti, ha un gusto amaro.

Europei 2021: le pagelle della gara Under 23 su Bicisport

Nys 8: Ha vinto e di più non poteva proprio fare. Baroncini ha detto d’averci corso contro già altre volte e di non ricordarselo così veloce. Prendendo per buone le parole dell’italiano, vuol dire che Thibau Nys sta crescendo alla velocità della luce. La sua gara è immacolata: non si fa mai vedere, salvo quando deve salire sul treno vincente. Esce bene dall’ultima curva e infila Baroncini, corridore che tutti credevano essergli superiore per esperienza, velocità e potenza. Compirà 19 anni il 12 novembre, lo rivedremo nel ciclocross e quest’anno era già arrivato secondo nella prova in linea dei campionati belgi riservata agli Under 23. Che suo padre sia Sven Nys è soltanto un ulteriore certificato di garanzia.

Baroncini 7: Ha corso come doveva correre, rimanendo coperto ed entrando in azione nel finale. L’argento, tuttavia, gli va stretto: ha sottovalutato Nys, corridore veloce, e non ha provato un’azione da finisseur, lui che ce l’avrebbe nelle corde (ha vinto così, quest’anno, all’Etoile d’Or). Perché l’ha tentata Zana, uno scalatore, e non lui, passista potente e veloce?

Ayuso 7,5 : Il capitano della Spagna diceva di non essere in forma, vista anche la brutta caduta rimediata all’Avenir un mese fa. E’ stato sincero, gli scatti dell’Ayuso della prima parte della stagione avrebbero sortito altro effetto. Ma proprio in virtù di queste difficoltà, la sua prova si ingigantisce: fa lavorare i compagni, si muove con autorevolezza ed è autore di alcuni affondi che scremano il gruppo. Ha uno spunto veloce non indifferente e infatti chiude terzo. Sarebbe al termine della sua prima annata tra i dilettanti, invece è già uno dei neoprofessionisti più interessanti.

Spagna 8: La nazionale era ottima: c’erano Garcia Pierna e Arrieta, corridori di valore, e soprattutto Ayuso e Azparren, quest’ultimo ha portato a termine la Vuelta soltanto una settimana fa (nell’ultima cronometro è arrivato 18°). Gli spagnoli, tuttavia, avevano una sola alternativa: rendere la corsa dura, durissima. Ci sono riusciti: il gruppo era sempre allungato e se i vari tentativi non sono andati a buon fine gran parte del merito è stato proprio degli iberici.

Belgio 8: A differenza della Spagna, il Belgio poteva permettersi anche una condotta di gara diversa. Poteva infatti contare su alcuni scalatori, come Vandenabeele, e su altri passisti, come van Eetvelt, campione belga tra gli Under 23 nelle prove contro il tempo. Ma come gli spagnoli, anche i belgi non si sono mai fatti sorprendere. L’azione di van Eetvelt rimane importante anche se non è valsa una medaglia, ma in compenso ha permesso a Nys di rimanere al coperto. Per poi uscire negli ultimi metri, infilzando Baroncini.

Italia 7: Gli azzurri avevano tante frecce al proprio arco e le hanno scoccate tutte. Benedetti e Zambanini si sono fatti trovare pronti, Garofoli si è rivelato encomiabile nel tenere cucita la corsa nei momenti delicati. L’Italia ha tremato in una sola occasione: quando van Etvelt sembrava poter arrivare e dietro Zambanini stantuffava, ormai sfinito. Ad allarme rientrato, Zana e Baroncini si sono ritrovati al comando. Ma qualcosa, forse, non ha funzionato.

Zana 7: Il corridore della Bardiani non era uno dei più adatti al percorso, eppure la sua presenza è stata fondamentale. Specialmente l’ultima azione in salita si è rivelata fondamentale per rintuzzare il tentativo di van Eetvelt. E dal suo punto di vista ha fatto bene anche a mettersi in proprio nel finale, visto che in volata non avrebbe avuto voce in capitolo e non sarebbe stato di molto aiuto per Baroncini, considerando il finale tortuoso. I buoni risultati raccolti quest’anno con Amadori gli torneranno buoni anche tra i professionisti.

Colnaghi 5: Lui e Baroncini erano i nostri capitani, ma Colnaghi ha evidentemente vissuto una giornata difficile. Essendo meno resistente dell’altro, può darsi che abbia sofferto l’elevato ritmo imposto dalla Spagna. Però la sua prova rimane insufficiente: preparava l’Europeo da mesi e aveva avuto modo di pedalare sul percorso. Probabilmente lo rivedremo al Mondiale, ma se vuole ben figurare tra i professionisti dovrà migliorare nei tratti in salita.

Gli altri: La Norvegia era stata indicata da molti come la favorita, ma alla fine si è vista poco e ha raccolto ancora meno. Fetter porta a casa un ottimo 4° posto per l’Ungheria, mentre il 21° di Balmer non rende merito alla buona prova dello svizzero. Lo spauracchio olandese in caso di arrivo in volata, Van den Berg, chiude 8°: se la gara fosse stata meno impegnativa, avrebbe avuto le gambe per vincere.