Tokyo 2020 / Lotus x Hope HB.T: scoprite con noi il “missile” dei pistard britannici

La Lotus x Hope HB.T di Katie Archibald
La Lotus x Hope HB.T di Katie Archibald
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Hanno destato un qualcerto interesse le biciclette Lotus x Hope HB.T in dotazione ai pistard della nazionale britannica. Forme “strane” o perlomeno inusuali, manco a dirlo sviluppate in galleria del vento, che secondo le informazioni diffuse dai marchi in questione garantiscono vantaggi aerodinamici di rilievo. Qui vediamo quella della ventisettenne Katie Archibald che ha letteralmente polverizzato le avversarie nella Madison, come da copione, seguendo il successo sempre inglese nell’Omnium.

Tutto nasce dalla collaborazione tra la Hope Technology, azienda inglese specializzata nella realizzazione di componenti (in particolare nel segmento mountain), e Lotus Engineering, che opera sì nel campo dell’automotive, ma che agli appassionati richiama senza dubbio la bici utilizzata da Chris Boardman alle Olimpiadi del 1992. Già a prima vista spiccano senza dubbio gli ingombri molto più estesi del solito di alcune parti del telaio della Lotus x Hope HB.T.

Il cambio delle regole

Il primo spunto è nato dal cambio delle regole da parte dell’Uci riguardo la forma dei tubi. Si è passati dall’obbligo del rapporto 3:1 tra lunghezza e larghezza (che era stato deciso per limitare l’uso di profili alari) e che si applica ancora ai componenti, ad una nuova norma. Introdotta nel 2017, stabilisce che gli elementi di telaio e forcella devono essere contenuti entro 8 centimetri di lunghezza, devono essere larghi almeno 25 millimetri o, nel caso di pendenti, foderi orizzontali e della forcella, 10 millimetri. Da lì è partito lo studio del telaio.

Il concetto alla base di tutto è ovviamente di matrice aerodinamica. Si è deciso di spostare letteralmente verso l’esterno i pendenti di forcella e carro dal telaio. L’idea, validata in galleria del vento, è che in questo modo si convogliano i flussi d’aria verso le gambe del corridore e successivamente verso l’esterno della figura che impatta l’aria, e non verso l’interno. Un espediente che consente di creare meno turbolenze, e allo stesso tempo generare quegli agognati flussi laminari tanto ricercati nella caccia alla perfezione aerodinamica.

Quanto è efficace la Lotus x Hope HB.T?

Il guadagno totale? Non sarebbe poi così esteso se ci si limitasse ai numeri, visto che si parla secondo i casi di una quota che si aggira intorno 2-3 per cento massimo. Ma attenzione, perché è un incremento che viene parametrato a biciclette già di loro molto aerodinamiche. Senza dimenticare che si parla di una disciplina in cui a volte ci si gioca la vittoria sul filo dei centesimi di secondo, tanto che anche un piccolo vantaggio può essere cruciale.

Alcuni dettagli delle Lotus x Hope HB.T

Andando ancor più nello specifico, il telaio delle Lotus x Hope HB.T è stato realizzato interamente nel Regno Unito, utilizzando fibra composita ad alto modulo preimpregnata. L’hardware del telaio è invece in titanio.

Il manubrio è personalizzato per ciascun corridore, realizzato utilizzando anche in questo caso carbonio e titanio. E’ intercambiabile e questo permette ai corridori di utilizzare lo stesso telaio, modificando così l’anteriore e non solo le ruote in base alle necessità della disciplina alla quale si stanno cimentando.

Interessanti appunto le ruote. Al posteriore della Lotus x Hope HB.T troviamo delle lenticolari che però vengono realizzate secondo una metodologia diversa dal solito per elementi di questo tipo. Infatti anziché due parti separate unite insieme, nascono da una lavorazione interamente monoscocca. Rappresentano dunque un pezzo unico. Tre razze invece per l’anteriore della Lotus x Hope HB.T di Katie Archibald, realizzata con lo stesso processo.

Un prezzo stratosferico per la Lotus x Hope HB.T

E’ sempre difficilissimo fornire un prezzo per biciclette di questo tipo, come la Lotus x Hope HB.T. L’unicità delle lavorazioni che fanno nascere il telaio e alcuni componenti, totalmente artigianali e personalizzate, possono far schizzare a quote stellari un ipotetico costo al pubblico della Lotus x Hope HB.T.

A patto che poi completa sia effettivamente disponibile. Anche perché, a fare una sorta di paragone, è un po’ come recarsi da un concessionario Mercedes e chiedere di comprare il motore della vettura da Formula 1 di Lewis Hamilton.

Comunque, la “buona notizia” è che il kit telaio può essere regolarmente acquistato (previa disponibilità) direttamente dalla Hope, a una cifra che convertita alla nostra valuta si aggira intorno ai 18.000 euro. Poi ci sarebbero i componenti, partendo dalle ruote che si aggirano intorno ai 6.000 euro la coppia. Ma tutto è fuori scala.

Ad esempio una delle opzioni che il settore tecnico della federazione britannica aveva pensato per la trasmissione era quella di utilizzare catene (e dunque corone e pignoni) con passo da 3/8 di pollice, anziché da mezzo pollice che è lo standard più diffuso in assoluto. Ci riferiamo alla distanza da rivetto a rivetto delle maglie della catena. Accorciandola, si ha un numero maggiore di denti a parità di diametro di plateau e ingranaggio posteriore, e dunque un numero maggiore di punti in cui viene scaricata la potenza della pedalata. Pertanto meno torsioni. Ebbene, catene di questo tipo costerebbero oltre 500 euro l’una.

Possiamo così stimare, senza pericolo di discostarci troppo dalla realtà, che la bici Lotus x Hope HB.T di Katie Archibald possa costare intorno ai 30.000 euro. Spicciolo più, spicciolo meno…