TOKYO 2020 / Parla Ferretti: «Cipollini? Forse ha ragione. Ma senza campioni non si vince»

Ferretti
Giancarlo Ferretti in una foto d'archivio ai tempi della Fassa Bortolo
Tempo di lettura: 2 minuti

Hanno fatto molto discutere le parole di Mario Cipollini sugli errori della nazionale italiana alle Olimpiadi di Tokyo. Per l’ex velocista la prestazione piuttosto deludente (escludendo Bettiol poi fermato dai crampi) è dovuta al percorso di avvicinamento ai Giochi completamente sbagliato. «L’altura – ha spiegato Cipolliniè utile per preparare una corsa a tappe perché ti permette di lavorare in assenza di grandi quantità di ossigeno. Per le corse di un giorno, dove è importante aver lavorato su soglia e fuorisoglia, andare a Livigno è inutile».

Noi di quibicisport.it abbiamo voluto approfondire andando a scomodare uno dei tecnici più preparati e vincenti della storia del ciclismo italiano, Giancarlo Ferretti. Abbiamo chiesto al “Ferron” cosa pensa delle parole di Cipollini, sentite cosa ci ha detto…

Ferretti, Cipollini sostiene che preparare un’Olimpiade in altura è sbagliato. Lei che ne pensa?

«Il discorso che fa Cipollini non è sbagliato. Quando dice che l’altitudine aiuta il corpo a produrre globuli rossi, e quindi ossigeno, è giusto. In una corsa a tappe di tre settimane in cui il fisico viene sottoposto a grandi sforzi il lavoro fatto in quota aiuta certamente il recupero».

Quindi ha ragione?

«Se vogliamo guardare a questo aspetto sì. Però, diciamoci la verità, sarebbe cambiato qualcosa con una preparazione più precisa?»

Cosa intende dire?

«Voglio dire che non abbiamo qualcuno in grado di competere con Carapaz, Van Aert e Pogacar in queste corse, giusto per citare i tre che sono arrivati sul podio. E’ inutile parlare di preparazione, alture e ritiri quando non abbiamo corridori che possono vincere l’Olimpiade».

E Bettiol?

«Bettiol è forte, non si vince un Giro delle Fiandre per caso. Il problema è che in carriera è stato piuttosto incostante: Van Aert e Pogacar non lo sono, vincono da gennaio a dicembre in continuazione. Peccato per i crampi comunque».

Dovuti a cosa secondo lei?

«Al grande sforzo per rimanere lì con i migliori. La giornata era afosa, molto calda. In salita è andato oltre i suoi limiti e poi l’ha pagata. Bravo comunque».

Non crede che Bettiol abbia corso troppo poco in stagione?

«Sì, anche! Ma è quello che dicevamo prima, l’incostanza. Bettiol è forte ma ha troppi periodi “no”».

Nel complesso, Ferretti, si aspettava di più dai nostri?

«Forse si poteva correre con più coraggio. Però ripeto, davvero ci si poteva aspettare di più? Nibali ha un’età particolare, Caruso dopo il Giro non ha praticamente corso, di Bettiol abbiamo parlato, Ciccone è caduto».

E Moscon?

«Ecco forse da lui ci si poteva aspettare qualcosa in più. Si è staccato troppo presto…»