Un grido di dolore dalla Bielorussia: «Via gli europei della pista per punire il regime»

Il velodromo di Aigle, in Svizzera, in una foto d'archivio
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Minsk ospiterà i prossimi campionati europei di ciclismo su pista e dalla Bielorussia giunge un forte appello alla Uec di dare un segnale forte di disconoscimento al regime autoritario del Paese trasferendo altrove la manifestazione. Il grido di dolore arriva dalla ex nuotatrice Aliaksandra Herasimenia e lo pubblica il Corriere della Sera. L’ex nuotatrice, vincitrice di due medaglie d’argento ed una di bronzo alle Olimpiadi, denuncia una forte campagna denigratoria e punitiva nei confronti di tutti quegli atleti che non si allineano al regime dittatoriale che vige nel suo Paese. Lei stessa è stata costretta a rifugiarsi all’estero, a Vilnius. Lo stesso Cio ha disconosciuto il comitato olimpico nazionale fino allo scorso anno presieduto dallo stesso presidente del Paese, Lukashenko.

Bielorussia: la Herasimenia chiede solidarietà

La Herasimenia ha chiesto la solidarietà degli atleti di tutto il mondo di esprimere il loro pensiero anche solo con una frase. L’ex nuotatrice bielorussa ha poi avanzato alla Uec la richiesta di trasferire altrove i campionati europei di ciclismo su pista per dare un segno forte di disconoscimento della realtà sportiva bielorussa che punisce anche col carcere gli atleti che non si assoggettano al regime e selezionano per i grandi eventi internazionali quelli atleti fedeli. La Uec, con il suo presidente Enrico Della Casa, ha però lasciato cadere l’invito. «Non possiamo spostarci perché nessuno ci darebbe i 350 mila euro necessari a coprire i costi dell’evento. Ed il Cio ci ha dato il nullaosta». La dichiarazione dell’italiano Della Casa la dice lunga su come lo sport sia sempre più assoggettato alle sue sempre crescenti necessità finanziarie perdendo di vista i valori etici e morali che dovrebbero invece essere alla base di chi fa sport e di chi lo gestisce.