Clamoroso finale alla Parigi-Nizza. Della serie, “Si corre e si combatte fino all’ultimo metro“. Trionfa Maximilian Schachmann per la seconda edizione consecutiva in una giornata da tregenda per Primoz Roglic: lo sloveno della Jumbo Visma è caduto tre volte ed è arrivato al traguardo con oltre tre minuti di ritardo, rischiando anche tantissimo lungo la discesa finale. Addio al podio della corsa, vincere tre tappe non è bastato. L’ottava e ultima tappa della Parigi-Nizza è stata vinta da Magnus Cort Nielsen su Laporte. E nel tratto in cui Roglic è caduto davanti al gruppo si sono guardati in faccia gli uomini della Bora-hansgrohe e della Astana Premier Tech pensando a cosa fare: hanno tirato dritto. Perché esiste un teorema: la certezza che nel ciclismo c’è memoria, che non tutto si trita, si consuma, si annulla, si perde.
Protagonista della fuga dell’ultima giornata di gara alla Parigi-Nizza, un drappello composto da otto corridori: Jonas Rutsch (Education First), Tim Declercq (Deceunick Quick-Step), Sven Erik Bystrom (UAE Emirates), Edward Theuns (Trek-Segafredo) Warren Barguil (Arkéa Samsic), Stefano Oldani (Lotto Soudal), Johan Jacobs (Movistar) e Cees Bol (Team DSM). Anche Matteo Trentin e Luis Leon Sanchez hanno provato a muoversi e il percorso nervoso ha messo a dura prova la capacità di guida degli atleti. Il gruppo principale ha lasciato decisamente poco spazio ai fuggitivi motivato dall’episodio-clou della caduta di Roglic: inizialmente ha preso in prestito una bici di un compagno, ma i pantaloncini strappati e il forte dolore, gli hanno fatto prendere anche grossi rischi in discesa, tanto da cadere altre due volte. Da sottolineare il bel gesto finale di Primoz Roglic che ha stretto la mano a Schachmann per complimentarsi per la vittoria. La stagione è appena iniziata. Si rifarà.
Ordine d’arrivo 8ª tappa
Parigi-Nizza: classifica generale finale
