Marta Bastianelli pronta a ripartire: «Il futuro? Deciderò dopo Tokyo»

Bastianelli
Marta Bastianelli, 33 anni, con la nuova maglia dell'Alè BTC Ljubljana. (Foto Codeluppi)
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Il ciclismo femminile riparte domani in Belgio sui muri della Het Nieuwsblad. Cancellate le prime gare che avrebbero dovuto disputarsi in Spagna, anche il gruppo delle donne si rimette in marcia. Per Marta Bastianelli, 33 anni, comincia la 15ª stagione tra le elite e nella gara fiamminga la laziale è reduce da due secondi posti nelle ultime due edizioni. Quest’anno l’atmosfera si annuncia diversa, a cominciare dall’assenza del pubblico…

«Sarà bruttissimo – spiega Marta – perché non c’è cosa peggiore di non sentire l’affetto della gente che ti incita. D’altra parte per gli atleti è giusto così perché si limitano i rischi e in questi tempi è fondamentale. C’è da dire che in Belgio sono avanti, trasmetteranno la corsa su molte televisioni per invitare la gente a rimanere a casa. Pensa che non hanno messo sul sito nemmeno il percorso della gara per scoraggiare i tifosi a riversarsi sulle strade, certo qualcuno ci sarà lo stesso». 

Giro delle Fiandre 2019: Bastianelli batte Van Vleuten sul traguardo di Oudenaarde. (Foto Hazen)

L’anno scorso sei arrivata seconda dietro la Van Vleuten…

«Annemiek se n’è andata sull’ultimo muro (il Kapelmuur, ndr), dietro siamo rimaste in quattro-cinque, abbiamo cercato di collaborare per andare a riprenderla ma non c’è stato niente da fare. Io poi ho vinto la volata ristretta. Penso che anche quest’anno la corsa si deciderà lì».

Com’è andata la preparazione invernale? 

«Siamo state in Spagna, nella zona di Calpe, dal 18 al 28 gennaio dove abbiamo lavorato bene. Poi in quattro siamo partite per Dubai, ci hanno invitate negli Emirati Arabi per una manifestazione organizzata per promuovere il ciclismo femminile».

Dove tu hai vinto davanti alla tua compagna di squadra Anna Trevisi. Ma che esperienza è stata?

«Molto bella, al di là della gara che era una kermesse e dunque non faceva parte del calendario Uci, però siamo state accolte benissimo. Abbiamo corso su un circuito che è una specie di pista ciclabile disegnata nel deserto, c’è tanta gente che pedala ed è stato bello vedere anche tante donne andare in bici sebbene totalmente coperte, e ci vuole coraggio visto il caldo che fa! Spero di aver dato il mio contributo, anche di femminilità, e si parla di un progetto di un eventuale Uae Tour anche per le donne. Vedremo…».

Marta sul podio del campionato italiano 2019 con la figlia Clarissa e il marito Roberto De Patre (Foto Capone/Asd Vomano Bike)

Dal caldo degli Emirati torniamo alle classiche del Nord dove hai conquistato successi importanti: un Fiandre, la Gand, la Freccia del Brabante, insomma sono tracciati che ti si adattano…

«Con queste gare deve esserci un certo feeling: o le ami o le odi, non c’è una via di mezzo. Sono corse in cui si spende tanto anche di testa: devi correre davanti, cercare di non cadere, non è semplice guidare la bici, soprattutto se piove e l’acciottolato è scivoloso. Diciamo che a me piacciono molto ed è questo che mi aiuta poi a raccogliere risultati importanti». 

Di buon auspicio anche in vista dei mondiali di Leuven… 

«Ancora non ho visto il tracciato, ma ormai i muri fiamminghi li conosciamo a memoria. Di sicuro a marzo avremo modo di andare a provare il percorso visto che staremo in Belgio a lungo». 

E poi quest’anno debutta anche la Roubaix.

«Non so cosa aspettarmi (ride, ndr) certo è molto diversa da un Fiandre. Mio marito (l’ex professionista Roberto De Patre, ndr) mi ha raccontato qualche aneddotto che mi ha scioccata. Però è giusto che le donne abbiano la possibilità di correre una classica così importante per il ciclismo, altrimenti non si cresce e rimaniamo sempre “piccole”». 

Dopo la Het Niewsblad sarai alla Strade Bianche, primo appuntamento del WorldTour. 

«Esatto. E’ una gara che mi piace tantissimo, la trovo affascinante. Sono stata quarta nel 2019 e lo scorso anno ho chiuso al decimo posto nonostante avessi già, come poi ho scoperto, la mononucleosi. Poi torneremo in Belgio dove rimarremo per tutta la campagna del Nord: in questo momento abbiamo grosse difficoltà a viaggiare. Pensa che prima di arrivare in Belgio ho dovuto fare due tamponi: lunedì e mercoledì. Domenica sera torniamo in Italia e devo avere un tampone valido nelle 72 ore e infatti sto andando a farlo. Insomma è una situazione complicata». 

Bastianelli
E’ il 20 settembre 2007: Marta Bastianelli vince il mondiale di Stoccarda

Il vaccino è ancora lontano per gli atleti…

«Per me una possibilità ci sarebbe e anche presto. Io faccio parte delle Fiamme Azzurre, la Polizia Penitenziaria e i corpi militari stanno cominciando a vaccinarsi con il vaccino di AstraZeneca. Io avrei la possibilità di farlo l’8 o il 10 marzo, però dovendo fare il richiamo dopo tre mesi, a metà giugno, sarei a ridosso di appuntamenti importanti come il campionato italiano, il Giro, in un periodo in cui si decidono anche le convocazioni per le Olimpiadi. Da una parte c’è la paura di avere qualche reazione, magari un po’ di febbre, dall’altra è un’opportunità alla quale non vorrei rinunciare». 

Hai accennato a Tokyo, per te sarebbe la prima volta alle Olimpiadi, giusto? 

«Sì e mi auguro di poter rientrare nella rosa olimpica. E’ uno dei miei grandi obiettivi, lo era anche lo scorso anno prima che la pandemia bloccasse tutto, spero che le cose possano girare al meglio, per me sarebbe il coronamento di una grande carriera, il mio sogno di bambina. A volte la gente mi dice: Ma come? Hai già vinto tutto...».

Beh, in effetti, se si pensa che la tua prima vittoria tra le elite è stato il mondiale a 20 anni e poi hai vinto un europeo, un campionato italiano… Ma tu cosa rispondi quando ti dicono così?

«Che sognare in grande è fondamentale. Per un’atleta di una certa età è difficile avere stimoli e fare sacrifici se non ci si prefigge grandi obiettivi. In più io sono anche mamma (di Clarissa, 6 anni, ndr) e stare lontano da casa tanti giorni è ancora più pesante: avere grandi traguardi è importantissimo».

Hai già fatto un pensierino al ritiro o è ancora presto?

«Ho sempre detto che avrei tirato le somme dopo le Olimpiadi, vedremo. Mi trovo molto bene nelle Fiamme Azzurre, dove ho avuto anche la possibilità di avere una maternità serena, protetta. Ma mi piacerebbe anche rimanere nel ciclismo per trasmettere la mia esperienza alle giovani».