Alessandro Verre: «Io dal Sud alla conquista del Mondo, inseguendo Pozzovivo»

Verre Team Colpack Ballan
Alessandro Verre al Gewiss Stadium di Bergamo, per le foto in inizio stagione con il Team Colpack Ballan (foto: Team Colpack Ballan)
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Gli amici oggi, parlando tra di loro, commenteranno: «Hai visto Alessandro Verre? Quando diventerà famoso diremo che in bicicletta ce l’abbiamo messo noi!». Una fantastica band in sella, come “Gli Intoccabili” che giravano liberi e felici sulle strade sgombre dal traffico e dal tran tran delle macchine. Da Marsicovetere, in provincia di Potenza, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appenino Lucano, si accendono i sogni a pedali del 19enne arrivato quest’anno nella meravigliosa cantera del Team Colpack Ballan. In questi giorni Alessandro si trova in ritiro con la squadra a Tortoreto in Abruzzo e a quibicisport racconta come è iniziata la sua avventura nel ciclismo: campione italiano di ciclocross tra gli Allievi nel 2017, a Verre è accaduto qualcosa di unico da vivere, simile all’esperienza del protagonista di “Una vita da mediano“: da quest’anno arriva la grande occasione in cui i sacrifici e il sudore di un ragazzo del Sud vengono ripagati e cullati da una squadra che sa guardare lontano. Che ci crediate o no, la Colpack Ballan per Alessandro vale il Mondiale 1982 di Gabriele Oriali. La gara dei suoi sogni.

Dalla Basilicata a Bergamo. Alessandro, dove si è accesa la passione per il ciclismo?

«Tutto è iniziato per gioco, anche se già da bambino ho imparato subito a uscire in bici senza rotelle. La bici ha fatto sempre parte della mia vita, anche i pomeriggi d’estate ero sempre in bici anche prima che iniziasse tutto questo. C’era una squadra nel mio paese e da lì ho iniziato per riempire il mio tempo in estate. Avevo amici che già praticavano e grazie a loro è nato tutto questo».

Campione Italiano di ciclocross a Silvelle nel 2017: Van Aert e Van der Poel gli esempi più evidenti dei risultati derivanti dalla multidisciplina. È un vantaggio rispetto agli altri.

«Molto, perché sia vedendo loro che sono due fenomeni, ma anche vedendo me penso che fare strada e ciclocross aiuti molto soprattutto nella guida della bici. Magari ci sono un po’ più di difficoltà nel passare dal fuoristrada alla strada, nel capire per esempio come correre bene a ruota in gruppo e prendere meno vento».

Sei lucano come Pozzovivo: i suoi numeri tra i prof hanno alimentato la tua voglia di scegliere questo sport?

«Sì, per me è un onore e spero almeno di fare come lui. Proprio qualche giorno fa ho letto una sua intervista dove ha spiegato che, abitando vicino al mare, per preparare il Giro un anno è venuto ad allenarsi qui nelle zone montuose dove vivo io».

L’arrivo al Team Colpack Ballan rappresenta per te un bel salto e una sfida tutta da vivere: come ti trovi?

«Proprio grazie a questo ritiro, iniziamo a conoscerci meglio tutti. Il ritiro è iniziato lunedì e l’ambiente a primo impatto è molto bello e organizzato. Si sente la differenza rispetto alle altre esperienze. La squadra e tutto il team che ci segue è molto professionale. Da parte mia c’è molto orgoglio di far parte di una squadra così».

Alessandro Verre: la dimostrazione che anche partendo da lontano, si può arrivare in alto. Ai ragazzi del Sud vuoi dire che crederci nel ciclismo vale tantissimo?

«Sì, più che altro il problema del Sud, analizzandolo ora che mi sono trasferito e corro per una squadra del Nord, credo che sia la mancanza di una mentalità aperta rispetto al ciclismo. Fare ciclismo è difficile, però i ragazzi ci devono credere anche se noi del Sud siamo un po’ svantaggiati perché le trasferte sono molto più lunghe per noi. Bisogna crederci e fare sacrifici».

Oltre a Pozzovivo ti ispiri a un corridore in particolare, per caratteristiche e temperamento?

«Uno dei corridori che mi piace molto è Esteban Chaves perché è un tipo molto solare, sempre con il sorriso anche quando per lui la ruota non gira».

La gara che vorresti correre un giorno da protagonista?

«Spero un giorno di partecipare al Campionato del Mondo».