Savio furioso: «Una vergogna. L’invito alla Vini Zabù? Un’ingiustizia. Dimostreremo a RCS l’errore che hanno fatto»

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Gianni Savio, team manager dell'Androni Giocattoli-Sidermec.
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La notizia dell’esclusione dell’Androni Giocattoli-Sidermec dal Giro d’Italia 2021 ha lasciato sorpresi tutti gli appassionati di ciclismo. RCS ha infatti scelto di invitare alla corsa rosa tre professional italiane ma non la formazione di Gianni Savio.

Al via da Torino infatti, insieme alle 19 formazioni World Tour e alla Alpecin-Fenix, vedremo il debutto in una grande corsa a tappe della Eolo-Kometa di Basso e Contador, la Vini Zabù di Luca Scinto e la Bardiani CSF-Faizané della famiglia Reverberi.

Noi di quibicisport.it abbiamo dunque deciso di contattare telefonicamente Gianni Savio, patron dell’Androni Giocattoli-Sidermec, furioso riguardo alla decisione presa da Mauro Vegni e il suo staff.

Savio, come commenta la decisione di RCS?

«Con tanta rabbia. Si è trattato di una vera ingiustizia, una vergogna sportiva. Io voglio mettere sul tavolo i risultati. Siamo stati la migliore Professional italiana nelle ultime quattro stagione. Siamo arrivati davanti a qualsiasi altro team in tutte le classifiche: dal ranking UCI alla Ciclismo Cup. Abbiamo investito sui giovani e li abbiamo lanciati nel World Tour. Parlo di Ballerini, Masnada, Cattaneo, Sosa, Vendrame e Bernal. Altre squadre non possono vantare tutto questo».

Quale invito non condivide?

«La Vini Zabù non meritava la wildcard, sono onesto e sincero nel dirlo. Posso capire il colosso Eolo, così come la tradizione della Bardiani che quest’anno si è rinforzata con Visconti e Battaglin. Avrei accettato anche l’Arkèa-Samsic di Quintana, ma non essere messi dietro la Vini Zabù».

Come mai?

«Perché non hanno una rosa superiore alla nostra e non hanno ottenuto risultati migliori nelle ultime stagioni. Anzi, nello scorso Giro d’Italia hanno avuto anche un corridore positivo al doping. Io ovviamente non giudico nessuno, né il team né il corridore, ma anche qui potete capire perché parlo di ingiustizia».

Si è fatto un’idea del perché di questa scelta?

«Assolutamente no. Non riesco a trovare neppure una motivazione sensata».

E ora? Che succederà?

«Succederà che prenderemo parte a tutte le corse a cui siamo stati invitati e dimostreremo a RCS l’incredibile errore che hanno fatto. Dimostreremo come abbiamo sempre fatto di essere una squadra superiore a tutte le altre Professional con ragazzi giovani e pronti per il grande ciclismo. Mi dispiace anche perché in cantiere avevamo tante cose interessanti».

Tipo?

«Avevamo un progetto di sviluppo a livello societario con Marco Bellini. Adesso sinceramente non so quale sarà il nostro futuro…»