Maria Giulia Confalonieri, alla conquista del Grande Nord: «Amo le Classiche, il Trono di Spade mi porterà fortuna»

Maria Giulia Confalonieri Giro d'Italia
Maria Giulia Confalonieri in azione nella seconda tappa del Giro Rosa 2020 (foto: Instagram/Maria Giulia Confalonieri/Ceratizit WNT)
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Se il ciclismo fosse un libro sarebbe un thriller, un racconto ricco d’azione. Se il ciclismo fosse un film Maria Giulia Confalonieri sarebbe la protagonista di una serie fantasy, alla Trono di Spade. A Calpe parte la sua stagione con la Ceratizit-WNT: foto di rito, interviste, il clima ideale per allenarsi. Dalla Spagna la bussola punta a Nord, ma non un Nord qualsiasi. Il Grande Nord, teatro unico e scenario fiabesco delle gare più belle che lo sport conosca, chiamate appunto Classiche. Quelle che la Confalonieri sogna con l’obiettivo di conquistare una maglia azzurra per i Mondiali delle Fiandre. Lei è pronta a tutto e si prepara a intraprendere questo lungo viaggio: insieme a quibicisport.it racconta la sua passione per i libri, i viaggi e il trait d’union tra i duelli mozzafiato sui velodromi e le corse in gruppo tra paesaggi meravigliosi.

Com’è la nuova maglia, ti piace?

«Diciamo che se la vedi non capisci la differenza con quella dell’anno scorso, però abbiamo cambiato lo sponsor e abbiamo dovuto rifarla. I completi di quest’anno sono stati realizzati da Castelli, un’azienda italiana».

Che stagione ti aspetti?

«Spero che riusciremo a partire subito con le gare del Nord che non ci siano più rinvii come è successo invece con le gare qui in Spagna. Punto principalmente a fare bene nelle Classiche del Nord e spero di meritarmi un posto in Nazionale con la squadra che parteciperà alle Olimpiadi di Tokyo».

Hai portato qualche libro da leggere?

«Ne ho appena finito uno prima di partire. Adesso in questi quattro giorni per viaggiare leggera non ho portato libri con me, ma mi piacciono particolarmente i gialli. L’ultimo che ho letto è un libro di Wilbur Smith sulla saga dei Courtney, un ciclo di storie ambientate in Africa. Libri così somigliano ai film thriller o dal finale un po’ drammatico, come gli action. Non sono mai noiosi, anzi. Sono coinvolgenti dalla prima all’ultima pagina».

Quanta avventura c’è nel ciclismo e nella vita che fai in giro per il mondo?

«Sicuramente per fare la ciclista ti deve piacere viaggiare e scoprire posti nuovi. Sono sempre contenta quando vado in nuove nazioni o in posti che non ho ancora visitato, perché mi piace esplorare le aree dove andiamo. Quando si va in trasferta per le gare non c’è molto tempo da dedicare a queste cose, ma nei raduni c’è modo di visitare i posti dove siamo».

Gare in pianura o gare con percorsi collinari?

«Le gare troppo dure non sono adatte a me. Mi piacciono le gare con salite brevi. Le gare piatte sono anche un po’ noiose, ma noi donne negli ultimi anni abbiamo iniziato a movimentarle un po’ e gli arrivi non sono scontati come nelle gare degli uomini. A volte nelle gare minori da noi, anche se la gara è abbastanza semplice, i finali sono più aperti, combattuti e incerti».

Hai corso spesso e correrai anche quest’anno all’estero: come ti trovi?

«La squadra è tedesca e siamo soltanto tre italiane. Il ciclismo ormai è internazionale. È ovvio che all’inizio non sia facile adattarsi ad altre culture, però mi sono sempre trovata bene nelle squadre dove sono stata e non ho visto grandi differenze rispetto a quando sono stata in Italia. Il 90% delle squadre femminili adesso hanno tre-quattro nazionalità al loro interno».

Ciclismo su pista e ciclismo su strada, due attività complementari: perché ti piace gareggiare su entrambi i fronti?

«Bella domanda. Mi piace gareggiare in pista perché è tutto velocissimo per il pubblico e tante volte hai una frazione di secondo per pensare a quello che devi fare e l’istinto conta tantissimo. Mi piace gareggiare su strada perché le Classiche sono sempre aperte a mille opportunità e amo allenarmi su strada perché vedi paesaggi diversi tutti i giorni: varietà sia nell’allenamento, sia in gara. Ogni giorno anche nelle tappe, strade diverse, percorsi diversi. C’è sempre qualcosa di nuovo».

Il sogno da realizzare da qui a fine carriera?

«Vincere una gara del Nord».

Giocando con il Trono di Spade, diventeresti la Regina del Grande Nord.

«Le mie compagne mi hanno consigliato questa serie e dev’essere veramente bella visto che è così famosa. Inizierò a guardarla prima delle gare, sia mai che mi porti fortuna».