Total Direct Energie, l’inizio col botto e la speranza di far bene coi nuovi innesti

Pierre Latour in allenamento a inizio anno con la nuova maglia della Total Direct Energie (foto: Instagram/Pierre Latour)
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È iniziato nel migliore dei modi il 2021 della Total Direct Energie. La vittoria di Lorrenzo Manzin alla Classica Valenciana ha infatti permesso alla formazione transalpina di apire la stagione col sorriso nella speranza, indubbiamente, che quello in Spagna non sia l’unico motivo di giubilo di questi mesi iniziali.

Anche nel 2020 la Total Direct Energie aveva cominciato forte l’annata vincendo in tre occasioni (con Niccolò Bonifazio due volte e sempre con Manzin) nel periodo compreso fra gennaio e marzo. Poi, arrivato e archiviato il lockdown, più nulla.

La squadra francese ha così concluso la scorsa stagione con sole tre vittorie, un bottino che quest’anno in squadra sono fiduciosi di migliorare cospicuamente grazie agli colpi messi a segno durante il ciclomercato.

Le parole di Bernaudeau

Sull’argomento, il primo a dichiararsi ottimista e pienamente soddisfatto è stato Jean-René Bernaudeau il quale, in un’intervista pubblicata sui canali ufficiali del team, ha espresso tutta la contentezza circa i nuovi acquisti per il 2021.

«Ci mancavano corridori da salite, corse a tappe e cronoman» ha affermato il team manager della Total Direct Energie.

«Pierre Latour era l’uomo di cui avevamo bisogno. Alexandre Geniez, Alexis Vuillermoz e Fabien Doubey saranno ottimi uomini di supporto. Abbiamo una squadra solida a cui si aggiunge la presenza di uno come Boasson Hagen che ha un impressionante record di oltre 80 vittorie tra i professionisti. Tutto questo fa sì che ci sia impazienza e sana competizione prima di iniziare la stagione. Andremo alle gare per vincere non per partecipare o allenarci».

Il ruolo di Latour

Bernaudeau, oltre al cambio di mentalità ispirato dai nuovi innesti, si è soffermato in particolare su Latour, a suo avviso un uomo chiave per le ambizioni del team.

«Il suo arrivo ci permette di colmare alcune piccole lacune, specie nelle prove contro il tempo. Non c’è niente di meglio in Francia per quel che riguarda questo settore, lui è il migliore. Sarà circondato da compagni che dovrebbero portarlo molto lontano in corsa. Ad esempio, in un gruppo di 20 corridori sulle montagne ci piacerebbe che almeno due corridori siano con Pierre e un altro compagno. Con questo rinforzo abbiamo colmato mancanze importanti».