È una grande Italia su pista! L’orizzonte ha tinte azzurre in vista dei Giochi di Tokyo

Il quartetto azzurro dell'inseguimento maschile (foto: Dario Belingheri/BettiniPhoto©2020)
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Fa un certo effetto giudicare l’Italia come una potenza assoluta dopo l’ultimo Europeo su Pista che si è concluso nella giornata di ieri a Plovdiv, in Bulgaria, ma è il frutto di anni di lavoro fatto con il talento a disposizione – tanto – e i mezzi spesso sfavorevoli rispetto a tante altre nazioni – vedi le difficoltà incontrate in questi anni di allenarsi in Italia nei velodromi al coperto.

Questo non fa che amplificare a dismisura la qualità dell’operato e il grande sforzo portato avanti dal movimento su pista guidato dai CT Villa e Salvoldi e dal loro staff – che meritano ancora una volta un voto altissimo -, ma anche di alcune squadre di club che permettono ai propri ragazzi di correre su pista a volte anche in giro per l’Europa. È il caso soprattutto di Cycling Team Friuli, Biesse Arvedi e Team Colpack Ballan, tre squadre Continental che fanno della grande capacita organizzativa, dell’intuito e della qualità del lavoro il fiore all’occhiello del loro modus operandi e che escono da questa rassegna con diverse medaglie al collo.

Certo, ci sono da considerare le tante – tantissime – assenze. Vedi la Francia, la Danimarca, il Belgio (ormai una ex potenza della specialità, vivono una crisi che ricorda quella italiana, almeno nei risultati, di qualche stagione fa) e l’Olanda che non si sono presentate in blocco, la Germania che al via aveva il solo Maximilian Levy oppure la Gran Bretagna che, salvo qualche elemento, non ha di certo mandato in pista il meglio a disposizione.

Per la verità è un discorso che si potrebbe fare anche per l’Italia: assenze pesanti come Ganna, Consonni (ma anche Viviani, uno che ad esempio a Tokyo ci sarebbe stato), Bertazzo e Scartezzini tra gli uomini e Confalonieri, ma soprattutto Paternoster tra le donne – che probabilmente, fosse stata presente, avrebbe fatto la parte della leonessa monopolizzando le sue gare.

Ma visto che il conto si fa sui presenti è stato un bel vedere per i colori azzurri. Quattordici medaglie che non solo fanno piacere perché riempiono il medagliere – terzo posto finale per l’Italia, che è la nazione che ha conquistato comunque più medaglie totali tra tutte – , ma sono segno di un movimento che continua a macinare prestazioni di rilievo, dimostrando ricambi, età media bassa e una profondità di panchina da far strabuzzare gli occhi.

È stata l’occasione per vedere brillare il talento incredibile di Balsamo (2 ori, entrambi in specialità olimpiche e una sensazione di avere tra le mani una fuoriclasse assoluta) e quello a tratti strabiliante di Milan (2 argenti e 1 bronzo), che sostituiscono con abilità i leader del movimento Ganna e Paternoster. Ma c’è stata la possibilità anche di giudicare altri elementi come Donegà, splendido argento nella corsa a punti: probabilmente la medaglia più inaspettata dell’intera spedizione e per certi versi la più entusiasmante, arrivata in una gara che resta forse la più affascinante e spettacolare dell’intero programma – anche se scegliere è sempre dura, vista la bellezza del ciclismo su pista.

Abbiamo avuto le conferme dal settore endurance della validità di corridori come Fidanza (1 oro) e Lamon (1 argento e 1 bronzo), affidabili e vincenti, e della costanza di Vece (1 bronzo) e Bissolati nella velocità, che resta tuttavia la parte di pista dove, purtroppo, continuiamo ad avere le maggiori difficoltà.

In vista dei prossimi Giochi Olimpici, c’è da specificare, su dodici concorsi in programma (equamente divisi tra maschi e femmine), l’Italia non prenderà parte a nessuna delle sei prove della velocità, mentre sarà al via delle restanti sei gare: l’inseguimento a squadre, maschile e femminile, l’omnium, maschile e femminile e la madison maschile e femminile. Difficile fare pronostici oggi quando nemmeno sappiamo se si terrà la manifestazione, ma l’idea è che, almeno sulla carta, ci possano essere le concrete possibilità di andare a casa con tre medaglie (inseguimento maschile, omnium e madison femminile). Tutto dipenderà chiaramente dalla forma dei diretti interessati e dalle scelte che verranno fatte, in quanto il numero dei corridori da portare è limitato e costringerà anche a qualche scelta particolare.

I due CT Villa e Salvoldi continuano a fare miracoli, il movimento è in salute nonostante tutte le difficoltà del caso e accennate sopra, ma l’orizzonte su Tokyo, in una stagione piena di ombre oscure per ragioni arcinote, è di colore azzurro speranza.