Carthy: «Un sogno che si avvera. Era ora iniziassi a fare le cose sul serio»

Hugh Carthy in azione alla Vuelta 2020 (Foto: A.S.O./PHOTOGOMEZSPORT2020)
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Azioni di un certo rilievo le aveva già mostrate in carriera questo spilungone di un metro e novanta che arriva dalla Gran Bretagna, e che proprio in Spagna aveva corse due stagioni, in maglia Caja Rural, prima di passare nel World Tour con la maglia della Cannondale ora EF Pro Cycling.

Una crescita costante come dimostrato nel 2019 quando vinse la sua prima corsa nel World Tour: una tappa al Giro della Svizzera dopo una lunga fuga solitaria costruita in montagna. E dopo aver dimostrato in queste prime due settimane di corsa di essere assolutamente all’altezza e chissà poter anche dire la sua in chiave podio, ieri la vittoria più brillante della sua carriera, uno dei successi più importanti dal punto di vista del prestigio nella storia della compagine americana.

«Penso che sia arrivato il momento di essere un ciclista importante, sapevo che ci sarei arrivato, ma questa Vuelta lo ha fatto credere anche ai miei compagni di squadra. È il miglior trionfo della mia carriera, un sogno che si avvera e che mi permette di guadagnare la fiducia di tutti» ha raccontato il classe ’94 di Preston a fine tappa.

«Il nord della Spagna è molto grande. Qui nelle Asturie ho ottenuto il mio primo trionfo da professionista quattro anni fa. Me lo hanno ricordato la mattina in partenza i tifosi e voglio dedicare anche loro questa vittoria in questi tempi difficili che stiamo attraversando».

Sulla crono di martedì, il suo diesse Garate intanto: «Stiamo facendo un ottimo lavoro. Bisognerà vedere come va il crono di martedì, ma Hugh ci ha lavorato molto»