Vuelta, la voce dei corridori sulla protesta: «L’UCI ha cambiato la regola a nostra insaputa»

Vuelta gruppo
Il gruppo alla Vuelta (foto: A.S.O./©PHOTOGOMEZSPORT2020)
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Diatriba infinita tra la Vuelta e i suoi attori principali: i corridori. Stamattina, domenica 1° novembre, prima della partenza di una della tappe-regina con arrivo sull’Angliru, Paul Mertens della Jumbo-Visma e Rory Sutherland della Israel Start-Up Nation hanno postato sui Social media il comunicato diramato da tutti i corridori di comune accordo.

«Due giorni fa, durante la tappa numero 10, la giuria dell’UCI ha apportato modifiche alle regole del distacco senza consultare o informare squadre o corridori», si legge nel post. «All’inizio della tappa, tutti i corridori e le squadre sono stati informati e hanno capito che la regola dei tre secondi sarebbe stata applicata. Ciò significa che eventuali distacchi nel gruppo, di tre o più secondi al traguardo sarebbero stati conteggiati. Tuttavia, all’insaputa delle squadre, la giuria ha trasformato la tappa in un arrivo in salita».

Mertens ha precisato come la protesta affibbiata alla Ineos-Grenadiers, sia stata invece condivisa dalla Jumbo-Visma e dal resto del gruppo, con un plauso finale rivolto all’organizzazione della Vuelta: «I corridori desiderano esprimere sinceramente che questa protesta non è in alcun modo diretta all’organizzazione della gara. Siamo grati per le misure che hanno messo in atto per la nostra sicurezza in tutte le tappe. Il comunicato è stato unanimemente concordato all’interno del gruppo e La Vuelta 2020 è stata una delle gare più sicure e ben organizzate durante l’attuale pandemia. Plaudiamo alle misure che hanno messo in atto per rendere la gara il più sicura possibile».