Geoghegan Hart nella storia: ha vinto il Giro senza essere mai stato maglia rosa!

Geoghegan Hart in maglia rosa al Giro d'Italia
Geoghegan Hart con il Trofeo Senza Fine e la maglia rosa simboli del trionfo al Giro d'Italia 2020
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God save the Queen, l’inno nazionale della Union Jack Flag, risuona e riempie con le sue note eleganti e piene di gloria Milano. Tao Geoghegan Hart, il nuovo baronetto per la Regina, ha vinto il 103° Giro d’Italia. Il secondo britannico nella storia dopo Chris Froome a salire sul gradino più alto del podio della corsa più dura del Mondo, nel Paese più bello del Mondo. Il Giro è una delle ultime città della fantasia, e il finale quest’anno di fantastico ha avuto in particolare due giovanissimi protagonisti che si sono giocati il trionfo. Geoghegan Hart, ha dimostrato talento sopraffino nelle due tappe più preziose e simboliche: a Piancavallo e sul Sestriere e dopo tre settimane senza mai indossare la maglia rosa ha conquistato il simbolo della magia infinita all’ultimo atto di un duello unico e irripetibile con Jai Hindley, separati da 86 centesimi prima del via della cronometro scattata da Cernusco sul Naviglio.

Geoghegan Hart, grinta e qualità. Ineos: una squadra fenomenale

Nel 2012, avvolto dall’atmosfera del Sogno Olimpico di Londra, Tao si allena nei velodromi dove sfrecciano i grandi campioni. Eppure la bicicletta arriva grazie alla felice intuizione del padre Tom: dai Gunners dell’Arsenal di Highbury, l’idolo di Geoghegan Hart diventa un certo Bradley Wiggins. Di pedalata in pedalata, ispirato dal Sir, costruisce il suo futuro. Vince il Giro della Lunigiana, due tappe al Tour of The Alps. Crede nel lavoro ed evita voli pindarici. Il passaggio al professionismo con il Team Sky nel 2017 cambia e amplifica le prospettive della carriera. Al fianco di Froome e Thomas, impara e ruba i trucchetti per vincere. La Ineos Grenadier ha reinventato il Giro d’Italia: nato fatale sotto il trabocchetto di una perfida borraccia, ogni giorno i corridori hanno dimostrato attaccamento alla maglia e agli ideali che contraddistinguono la loro filosofia di ciclismo. Correre da protagonisti e provarci.

La squadra, fondamentale per creare la differenza. Dennis, Ganna, Puccio, Castroviejo e Swift hanno ricalibrato e riadattato lo spartito. Sono andati oltre la prima barriera, superando i momenti difficili in silenzio concentrandosi sul lavoro. Si sono dimostrati i Giganti del Giro, come nell’epopea del grande Nord dei Westeros, la terra fantastica in cui è ambientato “Il Trono di Spade”, vestito di Rosa all’ultimo respiro di oltre 3000 km, per meno di una tappa. Per sempre.