Vuelta: tra percorso, protagonisti e salite un avvio spettacolare

Vuelta Jumbo Visma con Roglic e Dumoulin
La Jumbo Visma sulle strade della Vuelta
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Primoz Roglic, Marc Soler, Dan Martin: i vincitori delle prime tre tappe della Vuelta Espana non sono corridori qualunque, fortunati outsider o improvvisati finalizzatori ma atleti di primo piano con un ruolo centrale nelle rispettive squadre.

Se a questi, escludendo per un attimo lo spagnolo della Movistar, aggiungiamo il nome di Richard Carapaz ecco che, automaticamente, abbiamo l’identikit dei tre uomini che in un modo o nell’altro non sono mai andati oltre il 4°posto nei primi tre traguardi della corsa iberica, segno questo non solo di un’invidiabile e generalizzata condizione di forma ma anche di come i tre atleti in questione abbiano trovato tracciati in grado di esaltare le loro talentuose qualità.

Conformazione delle tappe

Il disegno della Vuelta 2020 d’altro canto costringeva i big a uscire immediatamente allo scoperto e a non tirarsi indietro fin dalle primissime battute. La prima settimana di corsa, infatti, contrariamente ai percorsi di Tour Giro, è la più dura delle tre in programma dato che propone tre arrivi in salita (Arrate, Laguna Negra-Vinues e Tourmalet), una frazione collinare infarcita di colli nella parte conclusiva (Sabiñánigo) e un solo arrivo per le ruote veloci (Ejea de los Caballeros).

Questo, assieme a un’attenta collocazione delle asperità più dure nei chilometri conclusivi delle tappe e a una lunghezza delle stesse mai sopra i 195 chilometri (le prime tre addirittura al massimo hanno toccato i 173km), ha fatto sì che i principali pretendenti alla maglia rossa non potessero nascondersi più di tanto e, anche per valutare o sorprendere gli eventuali concorrenti indietro di condizione, si dessero battaglia fin da subito.

Il campo partenti

Pur con un disegno altimetrico molto invitante nel suo abbrivio, tuttavia, restano sempre i corridori a rendere più o meno selettivo il percorso messo a punto dagli organizzatori. In questo senso, i corridori presenti al via da Irun hanno tutte le armi per riuscirci. Ai quattro menzionati sopra si accompagnano infatti i vari Chaves, Valverde, Dumoulin, Froome, Mas, Vlasov, Daniel Martinez e Michael Woods solo per restare tra quelli più adatti agli arrivi all’insù, mentre se volessimo allargare il campo non potremmo non citare Ackermann e Bennett in rappresentanza degli sprinter e atleti come Terpstra, Wellens, Luis Leon Sanchez, Gaudu e Formolo fra i più pericolosi sui terreni misti.

Il field dunque, anche con le prime defezioni e tracolli importanti, è innegabile che sia qualitativamente di alto livello, un fattore che negli inevitabili testa a testa nei finali di corsa finora ha garantito un discreto spettacolo.

La collocazione in calendario e la straordinarietà della stagione

Infine, un altro elemento da tenere in considerazione nell’analisi di questa partenza così animata della Vuelta Espana è il posizionamento in calendario, valutato sulla base di quanto è accaduto in questo anomalo 2020 ciclistico. La corsa spagnola da anni va in scena nell’ultima parte della stagione ma quest’anno nello specifico rappresenta davvero l’ultimo palcoscenico possibile per mettersi in mostra, l’ultima opportunità per strappare un contratto migliore per il 2021, l’ultima chance per dare un senso o perfino svoltare la propria annata.

Dopo non vi saranno più esami (o meglio competizioni) per riparare: dall’8 novembre calerà la serranda su tutto il movimento su strada senza concedere ai corridori un’altra occasione in Cina o in Nord America. Anche questa componente quindi può aver inciso (e probabilmente continuerà a incidere) sulla partenza a tutta di Roglic (una bruciante sconfitta al Tour da vendicare), Daniel Martin (a secco da luglio 2018), Carapaz (tra i più brillanti in salita di tutto il gruppo ma con un solo successo al Giro di Polonia nel carniere) e della Movistar, squadra che prima del trionfo di ieri di Soler non vedeva un proprio atleta alzare la braccia al cielo dal 1 febbraio (a segno proprio l’esuberante ventiseienne catalano).

Insomma, la somma di più addendi (disegno delle tappe, qualità degli atleti in corsa e obiettivi degli stessi) fino a questo punto ha permesso di assistere a un principio di Vuelta davvero scoppiettante ed entusiasmante: la speranza ora, per tifosi e addetti ai lavori, è che le restanti quindici tappe si sviluppino sulla falsariga delle tre iniziali facendo così calare in bellezza il sipario su un irripetibile (si spera) 2020.