Hindley, dall’Abruzzo al sogno rosa: a Montesilvano tutti al bar a tifare per lui

Hindley Giro d'Italia
Jai Hindley, autentica rivelazione del Giro d'Italia
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In Abruzzo l’aria ha un sapore diverso. Qui Jai Hindley ha respirato tra rupi e sassi, radure e boschi, laghi e ruscelli, torrenti e fiumi. Nella regione che conosce pochissimi metri di pianura per rilassarsi, la fatica è ripagata da panorami incantevoli. Uno scatto sulle salite esalta l’elasticità di muscoli e fortifica le energie mentali.

Con la maglia dell’Aran Cucine il 24enne di Perth, nell’Australia Occidentale, ha iniziato a volare sui pedali nel ciclismo dei grandi e il 22 ottobre 2020 è entrato nella storia mettendo la sua firma sulla tappa più attesa del Giro d’Italia. Quella dello Stelvio, la Cima Coppi dell’edizione numero 103 della corsa rosa.

Hindley, Umbertone e gli amici ti seguono con passione

Oggi, Umberto Di Giuseppe detto “Umbertone“, storico manager abruzzese, insieme ad altri appassionati di ciclismo si è esaltato davanti all’impresa del suo Jai: “Gnamo Jai”, immaginiamo il tifo alle stelle in un bar di Montesilvano per il talento di oltreoceano, che nel 2016 ha vinto il Gran Premio di Capodarco davanti a nomi ormai noti negli ordini d’arrivo delle gare professionistiche: 4° Lucas Hamilton, 5° Giovanni Carboni e 6° Aleksandr Vlasov, protagonisti dell’attuale galassia delle corse a tappe.

Hindley ha iniziato a correre all’età di sei anni e a tredici ha partecipato per la prima volta a una gara e una settimana dopo il trionfo nelle Marche arriva quinto al Tour de l’Avenir. All’arrivo ha trasmesso le emozioni provate lungo la scalata: «La sensazione di vincere qui al Giro è incredibile. Un grandissimo passo per la mia carriera, qualcosa di enorme. Ho vinto su una delle salite più dure che esistono sulla Terra». Dalla terra abruzzese all’infinità del sogno rosa.