Cribiori: «Nibali non fa più la differenza. Ganna come Wiggins. Il percorso? Troppo duro»

Cribiori
Franco Cribiori, storico direttore sportivo di Roger De Vlaeminck e molti altri campioni del ciclismo anni '70 e '80.
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Il Giro d’Italia viaggia verso la terza durissima settimana con più incognite che certezze. Nibali riuscirà a ribaltare la classifica come fece nel 2016? Kelderman, favorito numero uno, è pronto per salire sul gradino più alto del podio in un grande Giro? E Almeida, tenace e solido, supererà le grandi salite di questa edizione della corsa rosa?

Tante domande che noi decidiamo di rivolgere a Franco Cribiori, professionista dal 1960 al 1968 e direttore sportivo di alcuni tra i più grandi ciclisti della storia come Roger De Vlaeminck, Johan De Muynck e Gianni Bugno. Lo abbiamo sentito al telefono ed ecco cosa ci ha detto! Non mancano critiche al percorso…

«Nibali non va. Secondo me è troppo magro…»

«Nibali non mi sta piacendo. Non so se è un discorso legato all’età oppure alla preparazione. Il problema è che è tutta la stagione che sta lì con i migliori e poi di punto in bianco gli si spegne la luce. Saranno tappe dure però ci ha già dimostrato di saper recuperare sulle grandi montagne. Ho solo un dubbio: la mia impressione è quella di non riuscire più a venir fuori alla distanza. Una volta era il suo punto di forza, ora mi sembra invece una debolezza. A me sembra troppo magro e leggero, il che spiegherebbe anche le brutte cronometro».

«Kelderman e Almeida? Due incognite»

«Wilco Kelderman e Joao Almeida sono senza dubbio i due grandi protagonisti del Giro d’Italia 2020. Hanno entrambi due squadre forti capaci di supportarli. Quando hai dietro degli uomini capaci di lavorare per te è tutto più facile, corri tranquillo. Certo ora però dovranno dimostrare di saper tenere sullo Stelvio, sull’Izoard, sul Colle dell’Agnello e sul Bondone. Sarà qui che verranno messi alla prova e saranno le uniche opportunità che ha Nibali per far saltare il banco. I primi due della classifica non li conosciamo bene, sono delle incognite e potrebbero tranquillamente saltare».

«Ganna può vincere un grande Giro»

«Il futuro è grigio. Non abbiamo un dopo-Nibali, dobbiamo prepararci ad anni difficili. Ganna chissà, deve perdere un paio di chili per competere in una classifica generale. In salita comunque ha dimostrato di saper andare forte. Ha vinto una tappa con arrivo in quota e sul Muro di Ca’ del Poggio ha fatto il miglior tempo. Secondo me può diventare un corridore alla Wiggins: se un Tour de France o un Giro d’Italia presenterà in futuro 90-100 km a cronometro, potrà difendere il vantaggio accumulato in montagna».

«Il percorso del Giro non mi piace. Troppo duro»

«Proprio su quest’ultimo tema vorrei fare una riflessione. Non so cosa stia succedendo agli organizzatori, hanno iniziato a inserire salite in ogni tappa. E’ un Giro durissimo, troppo. Quello che non capiscono è che le salite nelle prime due settimane non vengono fatte a tutta perché i big aspettano le Alpi. Si risparmiano e non creano spettacolo. Il risultato? Tappe noiose che non fanno altro che togliere spazio ai velocisti».