Bramati-Evenepoel, l’Antidoping chiude il caso: «Non c’è stata alcuna infrazione»

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Remco Evenepoel subito dopo la caduta dalla discesa del Muro di Sormano al Giro di Lombardia 2020.
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Nessuna infrazione: questa la conclusione della Fondazione Antidoping del Ciclismo (CADF) sul vicenda Bramati-Evenepoel. Il caso era nato il 15 agosto scorso al Giro di Lombardia, dopo il pauroso incidente del giovane belga, volato in un burrone nel tratto in discesa del Muro di Sormano.

Le immagini avevano rilevato che Davide Bramati, direttore sportivo della Deceuninck-Quick Step, durante le operazioni aveva tolto un’oggetto, probabilmente una bottiglietta, dalla tasca del giovane corridore. Il che aveva scatenato una ridda di ipotesi e spinto la CADF ad aprire una inchiesta sull’accaduto.

«Bramati è sceso nel burrone dopo la caduta di Remco e ha rimosso tutti gli oggetti duri per salvarlo da ulteriori ferite», aveva detto nei giorni seguenti il team manager Patrick Lefevere, accennando anche a vendette trasversali per le sue posizioni intransigenti sulla sicurezza dei corridori.

Oggi la Fondazione Antidoping, in una nota, annuncia ufficialmente la conclusione dell’inchiesta: «Dopo aver ascoltato tutte le persone interessate, tra cui il corridore e i rappresentanti del team, e studiate le immagini disponibili, la CADF ha concluso che non è stata commessa alcuna infrazione, e considera la vicenda chiusa, a meno che non siano portati a sua conoscenza nuovi elementi in seguito».

La CADF tiene peraltro «a ringraziare i signori Remco Evenepoel et Davide Bramati, così come la Deceuninck-Quick-Step per la loro collaborazione fornita nell’ambito dell’inchiesta».