Thomas, maledizione Giro: sull’Etna sogni infranti per Sir Geraint

Geraint Thomas al Giro d'Italia
Geraint Thomas si è ritirato dopo la caduta nella terza tappa del Giro d'Italia 2020.
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Maglia stracciata e lacerata. Gambe doloranti. Geraint Thomas è una maschera di rabbia e sofferenza. Una borraccia, l’oggetto salvifico dei corridori nei momenti di fatica, lo fa scivolare nel tratto di trasferimento. Stringe i denti, rientra in gruppo. La squadra lo supporta. Ma neanche un “Resiliant” come lui ha potuto sovvertire il destino. Eppure il Giro d’Italia del capitano della Ineos Grenadier si era presentato sotto una buona stella: maglia rosa conquistata dal compagno Filippo Ganna e Thomas migliore dei big nella crono di Palermo.

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Le ambizioni di Sir Thomas sono naufragate prestissimo, ancora una volta. Tre anni fa nella nona tappa da Montenero di Bisaccia al Blockhaus, a due chilometri dalla salita di Roccamorice, era stato fatale l’impatto con una moto. Quattro giorni di estenuante resistenza prima del ritiro a causa del forte dolore. Il verdetto delle strade del Giro è incontrovertibile. I capitomboli e le cadute fanno parte del gioco, sono i rischi del mestiere. A 29 km dall’imponente Etna, la prima sentenza. Il distacco di Thomas si misura più con la clessidra che con il cronometro. Attimi, secondi, minuti inesorabili: saranno 12’19” con il paesaggio lunare della lava a fare da cornice al calvario di Sir Geraint, scortato da Salvatore Puccio. Un déjà vu della scena vista nel 2017 quando lo scudiero Henao lo sosteneva verso l’arrivo.

In Sicilia, terra di contrasti tra mare e montagna, arte barocca e arte classica, dolci e agrumi, la stagione maledetta della Ineos Grenadier non ha trovato redenzione: in Francia con Bernal almeno si era nella seconda metà della corsa, qui il sogno si è infranto ancor prima di iniziare. L’Etna sta al Giro come il Ventoux sta al Tour. E oggi per Sir Geraint Thomas il vento, contenuto in una borraccia, ha tirato in direzione ostinata e contraria.