Pasticcio Alaphilippe, parla il ds Steels: «Errore nostro, ma il rifornimento potevamo farlo solo lì»

La Deceuninck-Quick Step al Tour, con Alaphilippe ancora in giallo. Poi è arrivato il pasticciaccio del rifornimento proibito
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Quella di ieri poteva essere una giornata trionfale per il “Wolfpack” (il branco di lupi), così come definiscono se stessi quelli della Deceuninck-Quick-Step: Bennett che strappa la maglia verde a Sagan, Alaphilippe ancora giallo, senza contare Bagioli che si prende tappa e maglia alla Settimana Coppi e Bartali. 

Invece è stato il giorno della contrizione, per la penalizzazione inflitta ad Alaphilippe: venti secondi per rifornimento in zona proibita, vale a dire entro i venti chilometri dal traguardo. E via la maglia gialla, ceduta ad Adam Yates. Decisione inappuntabile da parte della giuria, per il branco di lupi c’è solo spazio per il mea culpa, appena temperato da qualche attenuante.

«È un Tour speciale, dobbiamo stare lontani dal pubblico»

«È un peccato perdere la maglia gialla in questo modo – ha detto il ds Tom SteelsConosciamo la regola dei 20 chilometri. Ma ci sono state alcune circostanze che hanno portato la squadra a dare ad Alaphilippe la bottiglia in ritardo». Eccole: «Prima si andava a 70 all’ora, era pericoloso farlo in quel tratto. Poi c’era una parte pianeggiante che introduceva alla salita. Era l’unico posto in cui ancora potevamo garantire il rifornimento. Questo è un Tour speciale, dobbiamo stare lontani dal pubblico. Così abbiamo mancato per due chilometri il limite dei 20. Abbiamo commesso un errore. Niente da obiettare».

Alaphilippe era logicamente molto deluso, racconta Steels: «Alla fine non ha fatto nulla di male. Non ha ottenuto nessun vantaggio sportivo bevendo un paio di volte da una bottiglia. In Francia Julian è uno dei corridori più amati, è molto difficile digerire la perdita della maglia gialla per una faccenda del genere».