Capolavoro Formolo al Delfinato: va via sulla Maddalena e arriva da solo dopo 60 chilometri di fuga!

Formolo fa stretching dopo l'arrivo vittorioso nella terza tappa del Giro del Delfinato. Foto @dauphine
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Se glielo chiedi lui ti risponderà sempre alla stessa maniera: «Vinco poco, ma bene e per farlo devo arrivare al traguardo da solo: in una volata di tre corridori, sarei capace di arrivare quarto». In queste poche semplici parole si racchiude tutto Davide Formolo. Ragazzo sensibile, simpatico, disponibile, e che oggi, con una grandissima azione, degna di un campione, onora la maglia tricolore e va a cogliere il suo quarto successo in carriera – per certi versi il più prestigioso.

Quello di Formolo è un numero sensazionale. Ha abbordato il Colle della Maddalena con un gruppetto di attaccanti, poi è rimasto da solo a circa 60 chilometri dal traguardo. Sull’ultima salita, che portava all’arrivo, ha saputo resistere al ritorno del gruppo degli uomini di classifica. Ora è leader del Gran Premio della Montagna.

Tappa al Giro, da giovanissimo – era il 2015 – poi lo scorso anno si era sbloccato con una vittoria alla Volta a Catalunya (dopo una fuga), il podio alla Liegi, e poi il 30 giugno la vittoria al campionato italiano, anche li distinguendosi con un azione da lontano.

Ed è questo ormai diventato il suo marchio di fabbrica: Formolo, dopo aver fatto riposare – si fa per dire – le gambe, nella tappa di ieri, oggi ci prova da lontano. Un centinaio di chilometri in fuga con un gruppetto, una sessantina da solo affrontando in avanscoperta tutto il Col de la Madeleine. E nel finale la resistenza, degna di quel carattere e di quel soprannome, Roccia, con il gruppo che chilometro dopo chilometro implacabile sembrava piombargli addosso. E invece Davide resiste fino alla linea del traguardo e fa suo il traguardo di Saint-Martin-de-Belleville.

Fuga importante, Formolo pimpante

Si parte a tutta in questa Corenc – Saint-Martin-de-Belleville di 157 km dove i corridori affronteranno il Col de La Madeleine prima dell’ascesa che porta all’arrivo. Si parte senza Daniel Martin e Juan Pedro Lopez. Dell’irlandese ne abbiamo parlato a parte, mentre il giovane scalatore spagnolo della Trek-Segafredo è costretto a dare forfait sempre a causa di una caduta nella quale ieri ha riportato la frattura del polso – nonostante ciò aveva concluso regolarmente la tappa.

Complicato prendere la fuga nel fresco che bacia i corridori nel piccolo comune di Corenc. E mentre si ritira Pacher (B&B Hotels Vital Concept), finito a terra quando era in fuga nella prima tappa, a suon di attacchi e di un’andatura elevatissima si avvantaggiano in 9 dopo circa una quarantina di chilometri e ci sono anche nomi importanti: Daniel Oss (Bora-Hansgrohe), Bob Jungels (Deceuninck-Quick Step), Pierre Latour (AG2R-La Mondiale), Davide Formolo (UAE Team Emirates), Christopher Juul Jensen (Mitchelton Scott), Soren Kragh Andersen e Jasha Sütterlin (Team Sunweb), Guy Niv (Israel Start-Up Nation) e Maxime Chevalier (B&B Hotels-Vital Concept).

L’italiano dell’UAE Team Emirates è il meglio piazzato tra tutti questi in classifica generale, 4’54” dalla maglia gialla, e i fuggitivi arrivano a guadagnare fino a quasi 4′ ai piedi del Col de la Madeleine. Proprio sulle prime rampe di una delle classiche ascese del Tour de France, Formolo mostra una gran gamba andando via prima in compagnia di Laporte e poi da solo quando al traguardo mancano poco meno di 60 km.

In gruppo intanto sono gli uomini dell’Arkéa Samsic per Quintana a comandare le ostilità lungo la salita, ma il gap di un incontenibile Formolo sale fino a 5′: il campione nazionale italiano è ora leader virtuale della classifica.

Lungo l’ascesa del valico alpino, Formolo continua a dare tutto, cosciente che al traguardo manca ancora tanto e soprattutto che potrà diventare decisivo per il successo di tappa il tratto in falsopiano tra fine discesa e inizio salita finale. Dopo poco più di metà salita il vantaggio su Latour è di 47″, seguono Jungels e Kragh Andersen a quasi 2′, mentre sono sparpagliati gli altri ex superstiti della fuga e che ora si contrappongono tra il tricolore italiano e il gruppo dei migliori, cronometrato a 5’25”.

Sul Gran Premio della Montagna classificato Hors Catégorie del Col de la Madeleine, Davide Formolo passa con un vantaggio di poco meno di un minuto su Latour, 2’50” su Jungels, poco più di 3′ su Kragh Andersen, 4′ su Chevalier e 5’45” su un gruppo tirato sempre dagli uomini di Quintana e dove la regia indugia sempre su un Chris Froome che pedala, tranquillo, in coda.

Formolo resiste mentre è un nulla di fatto tra i migliori

A 40 km dall’arrivo, conclusa la suggestiva prima parte della discesa del Col de la Madeleine, non cambia la situazione se non nel cronometro: Formolo aumenta il vantaggio su Latour (1’20”) e sugli altri inseguitori, mentre è il gruppo della maglia gialla, tirato da van Aert, che rosicchia qualcosina (5’10”).

Concentrato, composto, a 28 km dall’arrivo, al termine della discesa, Formolo mantiene un vantaggio importante su tutti gli inseguitori: 2’08” Latour, 3’18” Jungels e sempre oltre 5′ sul gruppo della maglia gialla. Nel frattempo arriva la notizia del ritiro di Benoot (Team Sunweb), un altro che andava molto forte prima del lockdown e si è ritrovato in difficoltà con la ripresa delle corse.

Il gruppo della maglia gialla è messo in fila da Wout van Aert, tanto che in coda si fa fatica a tenere le ruote, nonsotante ci si trovi in un tratto di leggera discesa. All’inizio dell’ultima salita (14 km all’arrivo) il vantaggio del campione italiano è di 3’24” sugli inseguitori – Laporte, ripreso da Jungels e Kragh Andersen – e 4’14” sul gruppo.

A poco più di 13 km dall’arrivo molla, tra gli altri, Alaphilippe (Deceuninck-Quick Step), ancora a secco di vittorie in questo 2020. Chissà che non si faccia ispirare da Formolo e domani possa provare la fuga. Il gruppo continua a essere tirato dagli uomini della Jumbo-Visma con un van Aert encomiabile che riprende nel frattempo Kragh Andersen, Jungels e Latour: davanti resta solo Formolo.

Spinge Van Aert, paga Froome

Sotto i colpi di van Aert cede anche Froome (Team Ineos) quando alla vetta mancano oltre 12 km. Il tempo stringe e questo Chris Froome fa preoccupare sulla sua forma in ottica Grande Boucle. A 11 km dall’arrivo l’azione di Formolo si fa balbettante, ma l’aspetto positivo è che negli ultimi 3 km di salita ha perso solo una cinquantina di secondi dal gruppo sempre abbastanza numeroso e tirato con andatura regolare da van Aert.

Intanto, tra gli 8 e i 7 km all’arrivo prosegue la conta dei corridori che perdono le ruote del gruppo di Primož Roglič: Valverde (Movistar Team) Higuita (EF Pro Cycling), De la Cruz (UAE Team Emirates), Kwiatkowski (Team Ineos) sono alcune vittime di un gruppo ora tirato a turno da Dumoulin e Kruijswijk.

Jumbo-Visma in forcing, cala il vantaggio di Formolo

Si fa dura per Formolo: Kruijswijk mette in atto una progressione asfissiante: a poco più di 6 km dal traguardo di Saint-Martin-de-Belleville il gruppo, su un tratto in falsopiano, ha guadagnato altri 50”: 2’20” il vantaggio di Formolo.

A 5 km dalla vetta ci prova Lennard Kämna (Bora-Hansgrohe), sul suo allungo cede Adam Yates (Mitchelton-Scott) e il vantaggio di Formolo continua a scendere: ora è sotto i due minuti. La pedalata del corridore veronese si fa pesante, naturale dopo quasi un centinaio di chilometri in fuga, dei quali quasi 60 da solo. Altre vittime in gruppo: Pozzovivo (NTT Pro Cycling), Thomas (Team Ineos), Mas (Movistar Team), Urán (EF pro Cycling), con Roglič, invece, restano ancora una ventina di corridori.

Negli ultimi tremila metri il margine di Formolo è di 1’30 su Kämna che ha una manciata di secondi sul gruppo. Il percorso spacca le gambe perché è un continuo su e giù che impedisce di prendere il ritmo. A duemila metri dall’arrivo cedono Kruisjwijk e Dumoulin (Team Jumbo-Visma), Reichenbach (Groupama-FDJ) e Caruso (Bahrain-McLaren), il gruppo è ancora composto da una quindicina di corridori, mentre in testa si mette a fare l’andatura Kuss e difatti il vantaggio di Formolo scende a 1′.

A 1 km dall’arrivo, però, ormai sembra fatta per Davide Formolo: il corridore italiano ha un vantaggio di poco inferiore al minuto che riesce a gestire e che gli permette di andare a conquistare così il suo quarto successo in carriera.

Nel gruppo dietro solo qualche scaramuccia: Martínez spara la sua unica cartuccia ma ormai è troppo tardi per andare a riprendere l’italiano e il portacolori della EF Pro Cycling rimbalza sotto la spinta di Roglič. Alle spalle del portacolori dell’UAE Team Emirates chiude con 33” di ritardo e quasi in apparente tranquillità, proprio lo sloveno in maglia gialla. Roglič va così a cogliere anche qualche secondo di abbuono. Alle sue spalle, nell’ordine e con lo stesso tempo, chiudono Pinot (Groupama-FDJ), Buchmann (Bora-Hansgrohe), Martínez (EF Pro Cycling), Landa (Bahrain-McLaren), Martin (Cofidis) e Pogačar (Uae team Emirates). A 39” Sivakov (Team Ineos) e López (Astana), mentre a 42” Quintana (Arkéa Samsic), Bardet (AG2R La Mondiale), Porte (Trek-Segafredo) e soprattutto un deludente Bernal (Team Ineos), solo quattordicesimo.

In classifica generale dunque comanda Roglič con 14” su Pinot, 20” su Buchmann, 24” su Martin, 26” su Landa e Martínez e 31” su Bernal. Domani altra tappa di montagna, forse la più impegnativa, con quasi cinquemila metri di dislivello.

L’ordine d’arrivo: dietro a Formolo, il gruppo dei grandi

1Davide FormoloItaUae Team Emirates04h 06′ 56”
2Primož RogličSloTeam Jumbo-Visma33”
3Thibaut PinotFraGroupama-FDJ33”
4Emanuel BuchmannGerBora-Hansgrohe33”
5Daniel MartínezColEF Pro Cycling33”
6Mikel LandaSpaBahrain-McLaren33”
7Guillaume MartinFraCofidis33”
8Tadej PogačarSloUae team Emirates33”
9Pavel SivakovRusTeam Ineos39”
10Miguel Ángel LópezColAstana39”

La classifica: Roglič è sempre il leader

1Primož RogličSloTeam Jumbo-Visma13h 14′ 35″
2Thibaut PinotFraGroupama-Fdj14″
3Emanuel BuchmannGerBora-Hansgrohe20″
4Guillaume MartinFraCofidis24″
5Mikel LandaSpaBahrain-McLaren26″