Ecco le Strade Bianche, la nostra Parigi-Roubaix

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Anche noi abbiamo una Roubaix. Con tutto il rispetto per il polveroso settentrione della Francia, non c’è proprio gara: vuoi mettere l’incanto della Toscana? La classica del nord più a sud del mondo, come gli organizzatori hanno battezzato Strade Bianche, non ha avuto bisogno di una tradizione centenaria per diventare un monumento.

Esiste dal 2007, ed è nata antica. Se pensate che il ciclismo stia diventando troppo tecnologico, freddo, razionale, matematico, o peggio virtuale, Strade Bianche vi riconcilierà con il mondo: sembra un filmato in bianco e nero, di quelli che vanno a scatti e a un certo punto si impallano, e se guardi bene puoi vedere un corridore arrivare da lontano tenendo la camera d’aria con i denti. 

Una Roubaix senza il pavé

Ai tratti di pavé dei francesi basta sostituire gli sterrati che attraversano un paesaggio unico al mondo. Filari di uve pregiate e cipressi. La Francigena e le crete, la Val d’Orcia e un calice di Brunello prezioso come l’oro, le torri medievali in controluce e una grattugiata di tartufo bianco.

I nostri nomi non evocano inferni: non c’è il buio di Arenberg né la pena di Orchies, e neanche la fatica del Carrefour de l’Arbre. Gli sterrati qui hanno nomi ruvidi ma fatti in casa come Vidritta e Le Tolfe, e richiami più o meno mistici, da San Martino in Grania a Monte Sante Marie. Quando ci sei, preghi di arrivare senza ulteriori scossoni. Ma quando poi sbuchi nella meraviglia di Siena, e ti arrampichi sul 10% di Fontebranda per spingere fino all’ultima curva, quando ti si apre davanti il miracolo di piazza del Campo, ringrazi di esserci stato.  

Strade Bianche, la più amata dai corridori

Una classica per pochi, dura ed esigente e feroce come dovevano essere le corse quando non esistevano l’asfalto e le gravel, e le maglie di lana spessa dei corridori si inzuppavano di pioggia e alla fine pesavano un quintale. 

Non poteva esserci corsa più perfetta per riaprire questo Paese allo sport che ha incrociato in maniera potente tutta la sua storia. I corridori la amano tutti, perché quel giorno tornano bambini: l’abbiamo avuta tutti una bicicletta da spingere su uno sterrato.

Strade Bianche è una corsa che grida al mondo due cose semplici: che il ciclismo è parte di noi, e l’Italia è troppo bella per essere vera. 

www.strade-bianche.it

www.paris-roubaix.fr

www.rcssport.it