Julian Alaphilippe si è innamorato delle Strade Bianche non appena le ha viste, come se ci fosse cresciuto sopra. Uno sguardo e via: sì, fanno per me, assieme ci divertiremo. E si è divertito anche chi lo ha visto danzare su quel percorso entusiasmante e difficile, roba d’altri tempi, fatica mischiata a polvere, gambe più coraggio. Si è presentato, ha osservato, ha vinto. Al debutto: un’impresa nell’impresa.
E’ successo diciassette mesi fa, nell’ultima edizione delle Strade Bianche. Eppure Alaphilippe ha trovato davanti a sé un avversario in giornata d’oro: Fuglsang.
Il francese ha fatto la corsa proprio su Jakob, avendo compreso subito che poteva essere il punto di riferimento ideale. Assieme ad altri 12 corridori, quando mancavano una cinquantina di chilometri al traguardo, se ne sono andati a riprendere Diego Rosa, in fuga da tempo.
E sullo sterrato di Vico d’Arbia, quando il danese ha attaccato, Alaphilippe è stato pronto a rispondere. Ai due ha resistito solo Van Aert, che su queste strade si trova davvero come a casa, lui che arriva dal ciclocross (non a caso era già stato terzo nel 2018).
Fuglsang scatenato
Fuglsang ha tentato in ogni modo di staccare tutti: aveva le gambe, non intendeva giocarsi la corsa sull’ultimo strappo con un avversario come Alaphilippe.
Il danese ha provato sullo sterrato di Colle Pinzuto, il penultimo della corsa: Julian gli è rimasto incollato alla ruota. Ha ceduto un po’ Van Aert, rientrato poco prima dell’ultimo chilometro, mentre i due rivali si studiavano con troppi timori, attendisti, quasi in surplace.
Sui 500 metri della salita di Santa Caterina, è stato ancora Fulgsang a scattare: ripreso e scavalcato dalla furia francese.
Alaphilippe è piombato sul traguardo di Piazza del campo con una manciata di metri su Fulgsang, battendosi la mano sul petto: queste Strade bianche fanno proprio per me. Non a caso quest’anno è pronto a riprovarci: «Per me sono un grande obiettivo». E noi siamo pronti a divertirci di nuovo.
