Non è in ammiraglia come direttore sportivo della Bahrain-Victorious, bensì “in gara” al Giro-E, ma Sonny Colbrelli ha contatti costanti coi suoi corridori.
«Con Tiberi ci ho parlato anche ieri sera – racconta – Ha una leggerezza innata addosso, cerca sempre di sdrammatizzare. E soprattutto è forte e convinto dei suoi mezzi. È il futuro del ciclismo italiano».
Sonny, l’obiettivo iniziale era un piazzamento tra i primi cinque. È cambiato?
«Adesso Antonio è appunto quinto e in maglia bianca, ma è chiaro che un pensierino al podio lo stiamo facendo. Per me può salirci».
Come?
«Emerge sempre nella terza settimana e intorno ha una squadra solida e affiatata, da Caruso a tutti gli altri. La Ineos si attacca male, la Uae non la nomino nemmeno: forse la Bora è la più isolabile».
Attaccherete, dunque?
«Dipende da troppi fattori diversi, a volte dovremo attaccare e altre volte dovremo attendere. Oggi è la tappa regina, sarà un logoramento e credo che arrivi la fuga: la Uae non vorrà tenere cucito il gruppo tutto il giorno».
Tra l’altro, Tiberi si è già messo in evidenza.
«Sì, nelle due cronometro e in un paio di tappe impegnative. È stato l’unico ad avere il coraggio di attaccare Pogacar, ad essere sincero, e questo mi fa ben sperare per oggi e per la terza settimana».