Girmay: «Non ero mentalmente pronto alla vittoria della Gand. Ora ho imparato a gestire la pressione»

Girmay
Biniam Girmay alla partenza della 3ª tappa del Tour de France 2023 (credit: ASO)
Tempo di lettura: 2 minuti

Dopo un 2023 al di sotto delle aspettative, Biniam Girmay è pronto a tornare sul pavé delle classiche e al Tour de France alla ricerca dei risultati non raggiunti lo scorso anno. L’Intermarché-Wanty, in occasione della presentazione del team nel ritiro spagnolo, ha infatti confermato la presenza dell’eritreo in veste di capitano di tutte le principali corse primaverili e della Grande Boucle. Il classe 2000, quindi, affronterà un calendario molto simile a quello dello scorso anno, ma con l’aggiunta dei Giochi Olimpici di Parigi, per i quali la sua nazionale gli ha già assicurato un posto.

Attualmente Girmay è impegnato con la squadra in Australia, dove sta completando il Tour Down Under. Successivamente tornerà in Europa per il weekend di apertura delle classiche belghe di fine febbraio, prendendo parte all’accoppiata Omloop Nieuwsblad/Kuurne-Brussel-Kuurne (due corse molto adatte alle sue caratteristiche). Mentre a inizio marzo verrà in Italia per correre Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo. L’eritreo concluderà il mese contro il trio di corse fiamminghe E3 Saxo, Gand-Wevelgem e Giro delle Fiandre. Infine, ad aprile, arriverà il debutto alla Parigi-Roubaix.

Quest’anno, però, il grande sogno del classe 2000 si realizzerà in estate: «Partecipare ai Giochi Olimpici è importantissimo per me. Sarò l’unico corridore a rappresentare il mio paese. Per me sarà una responsabilità enorme, ma non vedo l’ora di viverla. Le Olimpiadi non sono come il Mondiale. Al via ci saranno al massimo 87/90 corridori e sarò totalmente solo. Senza il supporto di nessun compagno di squadra. Quindi dovrò essere intelligente e muovermi in modo da spendere il meno possibile. Non ne sono sicuro, ma potrei essere il primo corridore a portare una medaglia in Eritrea”, ha detto Girmay in una recente intervista a WielerFlits

Nell’occasione, il 23enne eritreo ha raccontato anche i problemi avuti nella scorsa stagione e come un 2022 di spessore, con tanto di vittoria della Gand-Wevelgem e una tappa al Giro d’Italia, in realtà gli si è rivolto contro: «Non ero mentalmente pronto per quello che è successo dopo la mia vittoria alla Gand-Wevelgem. C’erano così tante cose nuove e che non mi aspettavo, che non ho saputo gestire tutto. Ci sono state molte interviste ai media, il fatto che tutti mi conoscessero e la pressione che portava con sé. Gli stessi miei tifosi, alzando le aspettative, mi mettevano involontariamente molta pressione addosso che a volte sapevo gestire, ma altre volte mi costava molta energia e stress tenere tutto sotto controllo. Prendi l’incidente al Giro delle Fiandre. Non ero mai caduto così duramente in vita mia“.

Girmay, però, in questo anno appena concluso ha imparato a convivere con queste aspettative e ora si gode tutto l’affetto trasmesso dai tanti sostenitori: «Ovviamente senza tifosi il ciclismo non è niente. Lo abbiamo visto bene nel periodo del Covid. I tifosi mi danno molta gioia e alimentano la mia passione, oltre che la pressione. Io devo renderli felici per ripagarli del supporto. Ma se arrivo secondo nessuno è felice: né i tifosi, né io. Ad esempio, qui al Tour Down Under, sono deluso da me stesso perché non ho ancora vinto“.