E' facile, e forse riconciliante, immaginare un Matteo Zurlo alla Alessandro De Marchi: in testa al gruppo per ricucire sulla fuga di giornata; accanto al capitano di turno nei momenti in cui il talento non basta e servono anche la solidità e la lucidità di un uomo consapevole dei propri limiti; in cerca di gloria quando il contesto lo permette. La storia di un elite il cui talento, alla fine, viene riconosciuto e valorizzato
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