Kung e la caduta agli Europei: «Di quei momenti non ho memoria. Ho anche perso la fede»

Kung
La maschera di sangue di Kung (con il casco spaccato) dopo la caduta
Tempo di lettura: < 1 minuto

La stagione di Stefan Kung si è chiusa anzitempo a causa della brutta caduta avvenuta durante la cronometro individuale degli Europei di Drenthe. Lo svizzero ha riportato fratture alla mano e allo zigomo destro, oltre che una commozione celebrale. A SRF il 29enne elvetico ha raccontato la dinamica dello scontro con le transenne: «Succede tutto molto in fretta. Durante una cronometro io copro 50/60 metri di strada in qualche secondo, quindi se sbaglio qualcosa in un attimo sono a terra senza rendermene conto».

Kung ha rivelato che nell’occasione, per aiutarsi ad andare dritto, stava seguito la linea bianca che si trovata il lato sinistro della carreggiata. Quindi non ha fatto in tempo a rendersi conto della presenza delle transenne facevano pendere la strada verso destra e le ha centrate in pieno: «Credo sia stato un problema di guida. Durante una cronometro io sono praticamente cieco, riesco a vedere solo qualche metro più avanti per via della posizione da tenere e mi devo fidare delle indicazioni che arrivano via radio dall’ammiraglia».

Il corridore del team francese ha poi concluso rivelando che dopo la caduta le ferite e le fratture non erano state le uniche conseguenze negative: «Da quel giorno non ho più la fede nuziale. Nelle foto alla partenza della gara ce l’avevo ancora sul dito, ma all’ospedale di Sankt Gallen, quando mi hanno tolto il gesso dalla mano, non c’era più. Ho chiesto ai vari dottori che mi hanno curato, ma senza successo. Di certo non ricordo se me l’hanno tagliata nelle prime ore in ospedale, magari perché mi si stavano gonfiando le dita. Di quei momenti dopo la caduta mi manca memoria».