Berruto e la proposta per la sicurezza dei ciclisti: «Ho ricevuto messaggi d’odio sui social. Ho capito che questa norma è davvero necessaria, spero nell’aiuto di atleti e Federazione»

Berruto
Il cartello alla Gran Fondo Squali Trek che ricorda di superare i ciclisti a un metro e mezzo di distanza
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Il mondo del ciclismo ha accolto con grande piacere la proposta di legge del deputato Mauro Berruto per mettere fine alla strage di ciclisti sulle strade. Una proposta intelligente, seria e che verrà discussa in Parlamento con l’obiettivo di creare una nuova norma del codice della strada che tuteli i ciclisti.

Noi di quibicisport.it abbiamo voluto approfondire con lo stesso Berruto la proposta del “metro e mezzo quando si sorpassa un ciclista”. Lasciano l’amaro in bocca però i messaggi d’odio e pieni di cattiveria che il deputato ha ricevuto dopo aver pubblicato su Twitter un post in cui annunciava la deposizione della proposta di legge.

Berruto, come si spiega questi messaggi?

«Il tono, il linguaggio, la presunzione. È davvero preoccupante. Siamo diventati un popolo accecato dalla rabbia, pronto a scaricare tutto l’odio verso il prossimo. Mi sembra assurdo che una persona che voglia provare semplicemente a salvare delle vite, portando avanti al contempo il tema della mobilità sostenibile e della transizione ecologica, venga sommerso da tali messaggi. Ho capito però una cosa…».

Quale?

«Vista la cattiveria che c’è in giro, questa norma è ancora più necessaria. Bisogna lavorare per quella maggioranza di persone che chiedono di essere tutelate. Quelle persone che non salgono su una bicicletta per paura. Ne abbiamo bisogno dal punto di vista del rispetto».

In passato si era già parlato del famoso “metro e mezzo”…

«Esatto. Ha cominciato una serie di percorsi che però non hanno avuto temine. Io ho scelto di riprendere quel tema e ampliarlo all’inizio della mia carriera politica per avere tutto il tempo necessario per l’approvazione. Quella del metro e mezzo fa parte di un pacchetto denominato “sport”, fatto di otto/nove proposte che presenterò nella conferenza stampa della camera il prossimo martedì».

Lei viene dal mondo dello sport. Questo l’aiuterà ad avere un aiuto dal Coni, dalla Federazione e dagli atleti?

«Lo spero. Io invito gli atleti professionisti e amatori, il cittì Bennati, la Federazione e tutto il mondo dello sport a discutere e migliorare la legge. È per questo motivo che si chiama “proposta”, perché tutti partecipino per far sì che quella legge sia perfetta. Anche le controparti sono invitate alla discussione, mi sembra comunque assurdo parlare di “controparti” su questo tema».

Come risponde alle poche critiche costruttive?

«C’è chi mi ha risposto che sorpassare a 1,5 metri su determinate strade è impossibile. Che i ciclisti non stanno in fila indiana, che non utilizzano ciclabili, che ci sono le buche. Tutto vero, ma la proposta di legge è ampia e non si limita al solo titolo del metro e mezzo. La proposta deve accendere un faro, essere chiara su un tema. Poi c’è la parte della discussione. È chiaro poi che i ciclisti hanno dei diritti e dei doveri, ma chi oggi si scatena sui social fa solamente retorica».

In poche parole come riassume la proposta?

«Una nuova norma del codice della strada che consenta agli automobilisti di superare in sicurezza i ciclisti, aiutati da una nuova segnaletica stradale che ricordi e ponga l’attenzione».

Il progetto però non si limita alla sicurezza sulle strade giusto?

«Giustissimo. Il caro bollette, il caro benzina, l’inquinamento cittadino che ci fa stare male, l’immobilità dovuta al poco tempo libero per fare sport sono temi importanti. Migliorare la sicurezza dei ciclisti, spingerà più persone a prendere la bici. E la proposta è fatta di diversi punti pensati proprio per promuovere l’utilizzo della bici come mezzo di trasporto, la costruzione di piste ciclabili sicure e molto altro».