Vingegaard e il Tour 2023: «Avrei preferito più cronometro ma è un buon percorso per noi»

Jonas Vingegaard sul Carpegna alla Tirreno-Adriatico 2022
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“Ho visto il percorso del Tour 2023, ma devo analizzarlo più in dettaglio. Per me penso che ci sia poco spazio per le cronometro, mi sarebbe piaciuto avere più km contro il tempo, come nel 2022. Ma non sono io quello che disegna il Tour. In ogni caso, penso ancora che sia un buon percorso per noi”. A margine del criterium dell’Aso a Singapore, Jonas Vingegaard ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo Marca. A 25 anni, con un Tour vinto e un secondo posto dell’anno prima, il danese sa di essere nella sua stagione chiave. La cosa difficile adesso sarà ripetersi, ed è esattamente su questo che Jonas si è concentrato da quando è stato premiato a Parigi. Vuole mostrare al mondo che la sua vittoria non è stata un caso ma che è qui per restare.

“È sempre bello e speciale vincere con la maglia gialla, oltretutto a 1.000 chilometri dalla Francia. Ogni volta che indossi questa maglia provi cose incredibili”. I suoi dirigenti, in particolare Zeeman, non hanno escluso di vederlo al Giro. “La mia idea, quello che mi piacerebbe, è difendere la maglia gialla al Tour ma la squadra potrebbe avere altre intenzioni. Non so ancora se Tour o Giro. Non è qualcosa di cui abbiamo parlato in dettaglio. Siamo in vacanza. Tra pochi giorni avremo un ritiro in Olanda e poi un altro in Spagna. Lì finiremo di programmare tutto”. Il fatto che al Giro ci siano molti più km a cronometro potrebbe cambiare le carte in tavola? “Non so. Ne dobbiamo davvero parlare. Quello che ho chiaro è che non credo che farò Giro e Tour nello stesso anno. Non credo di essere pronto per una cosa del genere in questo momento. Sì, mi piacerebbe vincere i tre grandi Giri, come ogni grande corridore, ma ora è il momento di selezionare bene. Penso che, in una situazione normale, difenderò la mia maglia gialla in Francia”.

Vingegaard è tornato sul Tour vinto quest’anno. “Ci sono stati diversi momenti difficili. Anche quando vinci, hai sempre momenti di difficoltà. La fase in cui sono rimasto solo con Pogacar è stata molto difficile. Sono stati momenti di tensione. In realtà, tutte le tappe di montagna sono state molto difficili. È stato un Tour difficile”. Ha parlato anche del gesto di fair play che ha fatto parlare in tutto il mondo. “Era una fase di corsa. Non penso che dovrebbe essere data così tanta importanza a quel momento. Era normale”. Dice Vingegaard che Roglic e Van Aert «hanno giocato un ruolo chiave nel mio successo. Probabilmente senza di loro non avrei vinto. Tutti i membri della squadra hanno giocato un ruolo chiave. Vero, il Covid ha condizionato molto la squadra di Pogacar. Ma penso che noi fossimo più forti e abbiamo fatto un ottimo lavoro. Dovremo pensare a come affrontare la prossima stagione”.
Ripensando all’ultima crono, quando è quasi caduto rischiando di perdere il Tour, il danese ha detto che “in quel momento non pensavo di correre un rischio così forte. Volevo fare quello che faccio normalmente e non pensavo ai rischi. Ma in quella curva ho sbagliato, prendendo la traiettoria sbagliata. Era un rischio, ma non ci penso molto. Ci siamo divertiti”.

Vingegaard è tornato anche sulle difficoltà avute nel dopo Tour. “Non è stato uno choc. Ma vincere il Tour qualcosa di enorme e bisogna assimilarlo: mi sono preso qualche giorno per riposarmi. A fine stagione ho corso di nuovo e i risultati non sono stati male. Ho colto l’occasione per stare con la famiglia e gli amici, non ho fatto niente di speciale. Penso che fosse necessario tornare con energia”. Pensando alla prossima edizione, in cui dovrà ripetersi, Jonas guarda ai possibili rivali. «Sono molti, e forti. Pogacar è chiaramente uno dei più forti. Ma penso che anche Remco Evenepoel possa essere lassù se deciderà di fare il Tour. Quando tutti garantiranno la loro partecipazione, sarà il momento di analizzare i rivali. Al momento, tutto è in sospeso”. Vingegaard esclude che sarà un duello con il solo Pogacar. «Alla fine, abbiamo visto come ogni anno un campione diverso può vincere. Ci sono molti grandi corridori e sicuramente ci saranno più rivalità. Anche Enric Mas potrà andare bene al Tour dopo quello che ha mostrato alla Vuelta“.

Quest’ultima osservazione forse non è stata estranea al fatto che Vingegaard stesse parlando con un giornale spagnolo, così come quando ha detto che il suo idolo da bambino era Contador. Ai giornali italiani l’anno scorso disse Riccò. Parlando della sua infanzia, Jonas ha raccontato della sua prima bici, “un marchio danese, si chiamava Nishiki. Era dorata, ma c’erano anche il sabbia e il nero. Era molto bella. La ricordo con affetto”. Se non avesse fatto il corridore probabilmente “sarei stato un falegname, mi piace. Ma ora non è qualcosa a cui penso molto. Ora, con il mio lavoro e la mia famiglia, non ho molto tempo per dedicarmi ad altre passioni. Se non mi sto allenando o gareggiando, sto con loro”.