Vi ricordate la grande Edita Pucinskaite? Ha vinto un Mondiale, due Giri e un Tour. Oggi vive in Toscana e adora Guazzini e Longo Borghini: ecco le sue verità 

Pucinskaite
Edita Pucinskaite in una foto d'archivio
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Edita Pucinskaite, atleta lituana nata negli anni settanta, nel suo palmares può vantare una medaglia d’oro ai campionati del mondo di Verona (1999), due Giri d’Italia (2006-2007) ed un Tour de France, questi sono solamente alcuni dei numerosissimi successi che ha raggiunto nell’arco della sua carriera. Oggi vive in Toscana a Monsummano Terme e ha due splendidi bambini, va ancora in bicicletta ma il suo rapporto con essa è decisamente cambiato rispetto a quando correva.

Abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con lei e ci ha raccontato di quanto durante la sua carriera fosse costantemente concentrata sui suoi obiettivi, è sempre stata un’atleta esigente e durante la sua carriera agonistica non ha mai lasciato tempo alla spensieratezza e alla leggerezza per raggiungere il massimo che poteva ottenere da se stessa. La paura di perdere lucidità ed umiltà dopo risultati importanti hanno fatto in modo che lei non si lasciasse mai andare e forse è stato proprio questo il punto di forza del suo successo.

Quando è uscita dal mondo del professionismo, dopo anni di sacrifici senza concessioni, ha cominciato a chiedersi come sarebbe stato pedalare per il semplice gusto di farlo. Ad oggi sta scoprendo un rapporto totalmente nuovo con la bici, che seppur rimane estremamente intimo, ha delle profonde diversità: uscire e fare una salita potendo guardare il panorama, fermarsi a prendere un caffè in compagnia, pedalare senza costrizioni, sono cose che Edita da professionista non aveva mai provato e che si sta godendo a pieno.

Edita Pucinskaite al Tour de France Donne 1999

Queste nuove sensazioni che ha provato dal termine della sua carriera agonistica l’hanno spinta alcuni anni fa ad entrare a far parte di un gruppo di ragazzi (quelli dell’Avis Bike ASD di Pistoia) con la passione comune per la bicicletta. Fin da subito ha apprezzato il loro modo di pedalare, senza alcun desiderio agonistico, ma solo per la bellezza di sentire il vento sulla pelle e di guardare con occhi attenti le bellezze della terre toscane. A scolpire in maniera definitiva il loro rapporto, però, è stata la filosofia della solidarietà di cui si nutre questa società e che si sposa benissimo con il modo di essere di questa grande campionessa, che consapevole di ciò che la bici le ha regalato, non ha mai nascosto la spinta interiore che sente nei riguardi del ciclismo a cui vuole restituire la sua gratitudine. Se può farlo pedalando tutte le domeniche la cosa la rende ancora più felice, visto che è convinta che continuerà ad andare in bici per tutta la vita, tant’è vero che ci ha ironicamente svelato che sta valutando l’ipotesi di una e-bike per i suoi ottant’anni. 

Con grande amore guarda il mondo femminile professionistico di oggi e vede l’immenso potenziale delle giovani atlete italiane che stanno venendo fuori con una quantità di risultati incredibili, ci parla di Vittoria Guazzini (che ha avuto modo di conoscere in diverse occasioni) che vede come il classico esempio da seguire per le piccole cicliste che si avvicinano a questo sport. Grande campionessa ma anche umile, solare e colta oltre che bellissima. Edita, consapevole di quanto pesi avere un iride alle spalle e di quanto sia difficile riconfermarsi, sottolinea la forza emotiva di Vittoria che con il suo sorriso ha regalato ancora nuove emozioni all’Italia. Senza dimenticare però che la nostra nazionale ha la fortuna di avere anche atlete della portata di Elisa Longo Borghini (classe 91) che ammira per i suoi modi di fare e per il suo modo di correre, generosa, onesta e sempre pronta a trasmettere i valori del ciclismo, per lei l’augurio di vincere un mondiale.

Purtroppo però si rende anche conto che, sebbene ci sia un insieme di strepitose atlete italiane sempre pronte a dimostrare il loro valore, la società non gli da mai abbastanza visibilità e nonostante negli ultimi anni ci siano stati dei significativi cambiamenti, come l’ingresso del World Tour anche in campo femminile, questo non basta a dare loro lo spazio che meritano. Lei in primis cerca costantemente di mettere in luce l’ambiente delle donne ma sa che il lavoro da fare è ancora molto e quindi bisogna continuare a lottare anche con azioni forti. Magari, come si fa per gli uomini, anche alle giovani cicliste si potrebbe raccontare un po’ di storia e parlare loro delle grandi imprese che hanno condotto le loro colleghe del passato. Se volete saperne di più su come la pensa comunque, potete andare a trovarla il 18 giugno 2023 perché a lei è intitolata la Gran Fondo Edita Pucinskaite che tutti gli anni si svolge a Pistoia, una degli eventi in prima linea per solidarietà e massima visibilità alle donne.