Record dell’Ora / Morini “massaggia” i pensieri di Ganna: «Ha già messo nel mirino le classiche»

Morini
Fred Morini, osteopata e fisioterapista
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Fred Morini, osteopata e fisioterapista (e con una laurea in psicologia mai sfruttata a dovere), non è un dipendente della Ineos. È lui il primo a rimarcarlo.

«Eppure sono qui, al fianco di Filippo, per il suo Record dell’Ora – spiega – Con questo voglio sottolineare un aspetto di Ganna che emerge poco: la riconoscenza. E poi l’umiltà e il rispetto: non è mai strafottente né presuntuoso, usa sempre il condizionale. Io lavorerei con la nazionale, ma quando mi ha detto che mi voleva con sé non ho avuto dubbi».

Tu e Piero Baffi siete i suoi confidenti.

«Ce lo siamo divisi: un giorno ha lavorato con lui e un giorno con me. Non lo vedevo dall’Australia. L’ho trovato bene: leggero di testa e rilassato muscolarmente».

Cos’è successo a Wollongong?

«Io credo che venga criticato troppo. Non può sempre vincere e non corre da solo. Me lo ripeteva l’altra sera, quand’era sul lettino: la realtà è che non si è mai adattato al fuso orario, aveva sempre un filo di stanchezza di troppo».

Da quanto lavorate insieme?

«Ormai circa cinque anni. Ricordo ancora la prima volta in cui capii che si stava creando un bel legame. Mondiali di pista di Berlino, venne da me dopo cena e mi ringraziò per il massaggio fatto in precedenza: ero entusiasta».

Il suo momento più bello?

«Ne scelgo due. Le Olimpiadi di Tokyo. La sera prima della finale dell’inseguimento a squadre eravamo tutti in camera mia e di Baffi. Prima parlò Villa, poi Filippo: non esistono scuse, se siamo qui è perché abbiamo le carte in regola per vincere. Parlò da leader, andando oltre il talento ciclistico».

E il secondo momento qual è?

«I mondiali in Belgio dello scorso anno. Non era facile, il pubblico tifava per Van Aert ed Evenepoel. Lui mi batté il pugno e mi disse: andiamo a fare la storia. Quando è in forma, questa frase la dice sempre».

Oggi te l’ha detta?

«Per ora no, ma da qui alle 20 c’è ancora tempo. Di certo è sereno. Oggi a pranzo ha detto a Baffi: guarda che prima di andare al velodromo devi darmi la rivincita a carte. Piero l’aveva battuto ieri sera. Che dire, i presupposti sono ottimi: può scrivere nuovamente la storia».

E su strada, invece?

«Mercoledì sera siamo stati insieme un paio d’ore e parlavamo proprio di questo. Lui è il primo a voler diventare grande anche su strada. Adesso c’è l’Ora e poi arrivano i mondiali su pista, certo, ma lui pensa già alle classiche: alla Sanremo e alla Roubaix, tanto per citarne due».

Fino a dove può spingersi stasera?

«Non voglio fare previsioni, ma credo molto lontano. E così su strada nei prossimi anni, vedrete. Se Ganna prova il Record dell’Ora oggi vuol dire che sente d’essere finalmente entrato nella sua definitiva maturità. Non dimentichiamoci che ha poco più di 26 anni, non è mica vecchio. E spesso le critiche su di lui sono state eccessive».

A cosa ti riferisci?

«Tante volte, quasi come se non contasse niente, è stato detto: vince solo in pista. Intanto nell’endurance è il migliore al mondo da anni. E poi essere i migliori su pista non è più facile che diventarlo sulla strada. Io rimango dell’idea che il miglior Ganna dobbiamo ancora vederlo».