Bugno e i soldi della Federazione: «Non li ho voluti. Speravo in un grazie»

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Gianni Bugno alla Milano-Sanremo 2022.
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E’ lo stesso Gianni Bugno a chiarire l’episodio della provvigione (30mila euro) propostagli da Cordiano Dagnoni e da Roberto Amadio. Bugno, intervistato da Marco Bonarrigo sul Corriere della Sera, ha raccontato l’accaduto. «Mercoledì scorso il presidente della Federciclismo, Cordiano Dagnoni, mi ha convocato nel suo studio a Milano. In via Rubattino c’erano anche Roberto Amadio, team manager delle nazionali, in collegamento video, e Mario Scirea, tecnico Fci. Mi hanno detto: “Gianni, c’è una provvigione anche per te: 30 mila euro. Ho risposto: grazie, ma non mi dovete nulla. E me ne sono andato. Mesi fa gli avevo presentato lo sponsor Tci (Telecomunicazione, ndr) per amore della maglia azzurra. Se volevano pagarmi potevano farmi un regolare contratto: ho la partita Iva. Uno di loro mi ha detto che sputo sui soldi, che tradisco un’amicizia. Mi spiace essere fuori dal ciclismo, ma così non ci sto».

A Ciro Scognamiglio della Gazzetta dello Sport Bugno ha raccontato di aver «trovato inopportuna la convocazione, e anche il fatto che mi siano stati offerti dei soldi, che ho rifiutato. L’accordo tra Federazione e Tci credo che sia stato concluso a marzo ma io ne avevo già parlato con l’onorevole Gianfranco Librandi (proprietario della Tci, ndr) l’anno scorso. Dell’esistenza di una provvigione a mio favore non ne sapevo niente, non sono stato certo lì a fare il contratto. Ho dato solo un consiglio a Librandi, un amico, indicandogli la Nazionale nel caso avesse voluto fare una sponsorizzazione. Ma non era il caso da parte mia di accettare soldi».

Bugno dice di aver saputo solo qualche giorno fa della proposta. «Peraltro alla presentazione della maglia azzurra non ero stato neppure invitato. Se fossi stato un procacciatore e avessi dovuto prendere una provvigione, probabilmente lo avrebbero fatto, no? Ho ‘veicolato’, ma non sono stato invitato. Perché volermi riconoscere questa cifra solo ora? Non è una domanda da fare a me. Tra l’altro il vero tramite è stato Monti, io ho dato solo un consiglio. Volere per questo una provvigione? No. Un ringraziamento, magari, sì. Mentre non l’ho avuto. Sarebbe bastato semplicemente dire ‘Vieni alla presentazione della maglia azzurra’. Non è successo».

Bugno puntualizza: «L’amicizia rimane, queste sono beghe politiche nelle quali non voglio entrare. Io avevo appoggiato la candidatura di Cordiano Dagnoni, andava bene. Però ora preferisco starne fuori e mantenere l’amicizia come c’è sempre stata». Ma, aggiunge Bugno, «se allarghiamo il campo, per esempio a che cosa sarebbe servita la società irlandese in questa vicenda… devo dire che non ho capito nulla. Anche se penso che diverse incongruenze restino».

Oltre alle parole di Bugno, anche quelle di Luciano Modolo

Oltre alle parole di Bugno, il Corriere riporta quelle di Luciano Modolo, titolare un’importante agenzia di intermediazione veneta. «La settimana scorsa ho ricevuto una telefonata da Amadio che tra l’altro non rammentava nemmeno il nome della mia società: siamo la Futura Eventi, gli ho ricordato. Amadio mi ha comunicato che avevo maturato provvigioni per aver portato in federazione lo sponsor Acqua Dolomia. Bene, ma io non ho nessun contratto, nessun mandato da parte della Fci per poterle incassare: a che titolo ricevo il pagamento? Tra l’altro non so quanto mi spetti perché non abbiamo mai parlato di percentuali o ratei. Quando mesi fa Amadio mi chiese se conoscevo uno sponsor nel settore acque minerali, io gli segnalai Acqua Dolomia con cui lavoro da anni. Poi lui e la Fci sono scomparsi e io mi ero messo il cuore in pace: affare mancato. Ora mi dicono che dovrei incassare dei soldi».

Stando alle dichiarazioni di Bugno e Modolo – almeno nel caso di Tci e Dolomia (i due contratti quadriennali ammontano a diverse centinaia di migliaia di euro) – Amadio avrebbe provato a concordare una provvigione «a posteriori» senza mandato o accordo scritto. Una modalità quanto meno singolare, che complica la situazione della Federciclismo.