Pogacar, l’uomo più atteso nella “sua” Slovenia: «Sono andato in ricognizione sul Galibier e l’Alpe d’Huez, due salite brutali. Mi spaventa la tappa del pavé»

Pogacar
Tadej Pogacar alla Strade Bianche di Siena
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È partito oggi il Giro di Slovenia con un grande campione al via, l’idolo di casa Tadej Pogacar. Nel piccolo Paese dell’ex Jugoslavia, la gente popolerà le strade per vedere il passaggio del due volte vincitore del Tour de France, che si ricandida, ovviamente, a vincere la classifica generale.

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport di questa mattina, Pogacar ha avuto modo di parlare della sua lunga assenza dalle corse. Ricordiamo che l’ultima volta che lo sloveno si è attaccato il numero alla schiena era il 20 aprile alla Freccia Vallone. Quasi due mesi senza gare per non arrivare scarico all’appuntamento clou della Grande Boucle.

«Non voglio bruciarmi, non devo farlo. Ho 23 anni, potrei correre anche di più, ma se fisicamente è possibile, mentalmente è pesante. Devo prendermi i miei tempi, mi serviva riposarmi, ero in forma già da gennaio». Ecco allora che il suo periodo di riposo è coinciso con la ricognizione delle tappe del Tour e poi il ritiro con il team a Livigno.

«Il Galibier e l’Alpe d’Huez mi hanno impressionato di più. Non li ho mai fatti in gara, sono salite brutali. E se ci saranno i 35 gradi che ho incontrato nella ricognizione sarà una giornata epica. Di questo Tour mi fa paura la prima settimana, il ponte di 12 km in Danimarca sul mare del Nord, i ventagli, il rischio del brutto tempo, e poi la tappa del pavé».

Vincere è difficile, confermarsi lo è ancora di più. Lui ci è riuscito, ma ora dovrà alzare ulteriormente l’asticella e puntare alla terza maglia gialla: un’impresa difficile, ma che lo eleverebbe ancora di più al rango di fuoriclasse. «Il primo anno è venuto tutto così, zero pressione. Il secondo anno ero già più cosciente del ruolo. Adesso mi aspettano tutti, e non sarà facile. Mi sembra di stare meglio, ho meno grasso e sono più potente, e anche la parte psicologica la vedo migliorata».

Nella lunga intervista al giornale rosa, Tadej Pogacar confida anche di aver guardato il Giro d’Italia e di essere rimasto impressionato da Van der Poel, descritto dallo sloveno come un «intrattenitore». Due parole poi anche su Vincenzo Nibali, che ha annunciato il ritiro a fine stagione. «Abbiamo 14 anni di differenza, però dentro di me ci sarà sempre il rammarico di non averlo mai potuto sfidare. È stato un’ispira- zione per come corre».