GIRO D’ITALIA U23 / Rocchetti racconta Bruttomesso: «Di sera studia per la maturità, di giorno è la maglia rosa»

Giro d'Italia U23
Alberto Bruttomesso vince la prima tappa del Giro d'Italia U23 (foto: photors.it)
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Filippo Rocchetti è diventato direttore sportivo della Zalf nell’anno giusto: la formazione veneta, infatti, è tornata ad essere la prima forza dilettantistica italiana grazie anche ad una pattuglia di giovani al primo anno nella categoria. Il capofila non può che essere Alberto Bruttomesso, l’attuale maglia rosa del Giro, conquistata ieri ad Argenta con la sesta vittoria stagionale.

Ma non sembrate particolarmente stupiti, Filippo.

«Quella di ieri, almeno per noi, non è stata una rivelazione, ma soltanto una conferma: che Alberto fosse uno dei giovani italiani con più talento lo sapevamo già da tempo».

Però non era tra i cinque corridori inizialmente scelti.

«Ha rilevato Portello, che alla Medicea è caduto e ha ancora dei problemi ad una costola. È stato onesto, ci ha detto che non si sentiva competitivo».

Perché, a quel punto, avete optato per Bruttomesso?

«Perché a quel punto avevamo bisogno di un uomo veloce. Glielo abbiamo proposto martedì mattina, lui ha risposto con disponibilità ed entusiasmo, e adesso eccoci qui in maglia rosa».

Come avevate preparato la volata di ieri?

«È stato uno di quei rari casi in cui tutto va secondo copione. È andata via una fuga poco numerosa, Guzzo nel finale lo ha pilotato alla perfezione e Bruttomesso è partito ai 200 metri dall’arrivo».

Ma non era un velocista da ranghi ristretti?

«La realtà è che stiamo parlando di un ragazzo veloce e molto intelligente, quindi non mi stupisco se vince una volata di gruppo, anche se prestigiosa e difficile come quella di ieri».

Cosa intendi con molto intelligente?

«Che è sempre lucido, sa prendere la decisione migliore anche sotto sforzo a cinquanta all’ora. Per dire, gli avevamo detto di imboccare l’ultima semicurva all’esterno per non rimanere imbottigliato e lui ha eseguito senza problemi».

Come lo descriveresti?

«Talentuoso e scaltro l’ho già detto. E allora dico cinico e vincente: corre sempre per arrivare primo e spesso ci riesce».

Dopo il successo di ieri non sembrava scosso: quasi come se avesse vinto una gara di paese.

«Io e Faresin abbiamo pensato la stessa cosa. Ieri il suo stupore è durato giusto il tempo di mettersi le mani sul casco in volata. Lui fa sembrare tutto facile, è una delle sue caratteristiche principali».

Riesce anche a studiare? Subito dopo il Giro avrà la maturità.

«Venerdì sera studiava, ad esempio. Io e Faresin gliel’abbiamo detto: guarda che farai fatica. Ma lui non c’ha sentito, si è portato i libri dietro e dopo cena, se non è troppo stanco, studia».

Puntate ad altre tappe con lui?

«Quella di oggi è mossa, dipende dal ritmo con cui verrà affrontata. La quarta può essere ottima, l’abbiamo studiata bene e ci puntiamo».