GIRO D’ITALIA / Il commento di Petacchi: «Cavendish e Ewan i velocisti di riferimento, Nizzolo il nostro uomo. Van der Poel? Favorito per la ciclamino»

Petacchi
Alessandro Petacchi in una foto d'archivio
Tempo di lettura: 3 minuti

Merckx, Moser, Saronni, Bugno, Cipollini, Petacchi, Bettini. Sono solo alcuni dei nomi che figurano nell’albo d’oro del Giro d’Italia come vincitori della maglia ciclamino, la più prestigiosa dopo quella rosa. I velocisti la sognano, ma per conquistarla non basta giocarsi gli sprint di gruppo. I traguardi intermedi e le tappe movimentate renderanno la sfida molto più impegnativa.

Con Alessandro Petacchi, vincitore della ciclamino nel 2004 e di 22 tappe complessive al Giro, passiamo in rassegna i corridori che possono conquistarla in questa edizione. Dai velocisti più puri ai corridori più completi come Van der Poel, chi succederà a Peter Sagan?

«Difficile dirlo oggi – spiega Petacchi – Sappiamo quanto il Giro d’Italia sia imprevedibile, duro e spietato. Ci sono diversi velocisti di primissimo piano, da Cavendish a Demare, passando per Gaviria, Nizzolo, Ewan e molti altri».

Andiamo con ordine. Cavendish può ripetere quanto fatto lo scorso anno al Tour?

«Se sta bene sì, ma ho più di qualche dubbio. Non ha fatto un grande avvicinamento al Giro, ha corso poco e si è visto solo nei paesi arabi a febbraio e alla Milano-Torino. Un po’ poco rispetto ai suoi avversari. Lui spesso ha bisogno di entrare un po’ in condizione prima di performare al meglio, mettere un po’ di ritmo nelle gambe e cercare delle conferme. Certo è che se vince al primo sprint, allora gli scatta qualcosa dentro. Forse avrebbe voluto fare il Tour per superare il record di Merckx, ma la squadra lo ha voluto alla corsa rosa».

Poi abbiamo Ewan, che ha già dichiarato di ritirarsi a metà Giro…

«Scelta che non condivido e non capisco. È vero, farà il Tour, ma non c’è bisogno di ritirarsi dalla corsa rosa. Sta di fatto che è il velocista più forte al via e quando viene al Giro lo fa sempre in ottima forma. Deve concentrare tutti i suoi sforzi nei primi dieci giorni, sarà un avversario tosto in volata. Senza dimenticare che probabilmente ha la squadra più forte come treno».

Alessandro Petacchi vince a Milano nel 2004 in maglia ciclamino

Quella che manca a Gaviria?

«Sai la UAE punta molto alla maglia rosa con Almeida, quindi ci sta fare due squadre in una. Prima di parlare del treno però bisogna capire come sta Fernando. Era ripartito forte in Oman con due vittorie di tappa, ma poi si è fatto male e ha saltato tutte le classiche. Arriva al Giro senza aver praticamente mai corso…»

E gli italiani?

«Abbiamo Nizzolo, che è molto bravo e lo scorso anno si è finalmente sbloccato. Anche lui forse non è al massimo della forma, ma da parte sua c’è la possibilità di giocarsi la vittoria anche in tappe più movimentate. Sicuramente è uno dei principali pretendenti alla ciclamino».

Poi abbiamo Dainese e Consonni…

«Dainese è molto giovane, farà esperienza, non bisogna chiedergli la luna. Per quanto riguarda Consonni il discorso è diverso. Si è sempre buttato negli sprint, ma ancora non lo vedo pronto a vincere gli sprint di gruppo in un grande Giro. Sa tenere la posizione, grazie all’esperienza in pista, però sulla carta ci sono velocisti più forti».

Il nostro uomo poteva essere Viviani, che ne pensi della scelta della Ineos di non portarlo al Giro?

«Mi dispiace per Elia, perché è il nostro velocista puro più forte. Purtroppo però conosceva i rischi quando ha deciso di tornare alla Ineos».

Infine c’è Van der Poel. Cosa ti aspetti da lui?

«Van der Poel può fare qualsiasi cosa, anche prendere la maglia rosa e tenerla fino all’Etna. Non bisogna meravigliarsi di nulla, è un bene che ci sia, dà lustro al Giro d’Italia e per me commentarlo in cabina è un onore. Per la ciclamino è il favorito numero uno».