«Regardez la position!». I telecronisti francesi erano ammirati dal modo in cui Francesco Moser affrontava il pavé della Parigi-Roubaix. Composto, in perfetto equilibrio, sembrava in grado di spianare anche le pietre più sconnesse. Nella sua lunga carriera vinse ovunque, ma la Roubaix era la “sua” corsa, quella che più di altre gli permetteva di unire la potenza fisica all’innata disposizione al sacrificio.
Ai suoi tempi le corse del Nord erano davvero un inferno, dominato da una generazione di grandi fiamminghi disposti a tutto per vincere da quelle parti. Uno su tutti, Roger De Vlaeminck, che conquistò la regina delle classiche per quattro volte, impresa riuscita in seguito solo a Boonen. E poi Maertens, Demeyer, Pollentier, senza contare i durissimi olandesi Raas e Kuiper. Moser li andò a sfidare senza alcuna remora, prima sfiorando più volte il successo, poi confezionando, dal 1978 al 1980, un tris che nella storia era riuscito soltanto al lontanissimo francese Lapize, nel triennio 1909-1911.
Nell’imminenza della Parigi-Roubaix numero 119, in scena domenica 17 aprile, riscopriamo in dieci grandi immagini l’epopea di Moser sul pavé.
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