Milano-Sanremo, il pronostico di Luca Paolini: «Mi aspetto un attacco di Pogacar da lontano. Nizzolo può dire la sua in volata. Ganna? Sarà controllato»

Paolini
Luca Paolini in una foto d'archivio
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La Milano-Sanremo è probabilmente la corsa imprevedibile più imprevedibile in calendario. Si può risolvere allo sprint, con un gruppo ristretto pronto a giocarsi la vittoria dopo un attacco sulla Cipressa o sul Poggio, o ancora con la stoccata di un finisseur dopo la discesa che riporta il gruppo sull’Aurelia. Con Luca Paolini, che la Classicissima l’ha corsa ben dodici volte salendo sul podio nel 2003 e 2006, proviamo ad analizzare questa edizione della Sanremo, incerta e proprio per questo decisamente interessante. È probabilmente la prima volta in moltissimi anni che il favorito numero uno è un uomo da grandi Giri come Pogacar.

Paolini, mancano ormai pochi giorni alla Sanremo. Come ci arriviamo?

«Ci arriviamo con un padrone che porta il nome di Tadej Pogacar. Non avrei mai pensato di dirlo, ma il favorito della Sanremo è uno scalatore. Ha dominato l’UAE Tour, la Strade Bianche e la Tirreno, ovvero le tre gare a cui ha preso parte finora. È chiaro che la Classicissima è una corsa diversa, ma quando ti ritrovi un corridore così puoi aspettarti di tutto».

Ma come deve correre Pogacar per vincere?

«Deve andare via sulla Cipressa o sul Poggio. Per pendenze ed effetto sorpresa, la prima salita si presta di più, ma è anche vero che al traguardo mancherebbero diversi chilometri e certamente da solo non ce la può fare. Deve portare via un gruppetto di cinque o sei corridori che collabori almeno fino all’imbocco del Poggio».

Cosa succede se va via un gruppo con Pogacar, Roglic, Alaphilippe e corridori simili?

«Succede che i velocisti potranno anche ritirarsi (ride ndr.). Scherzi a parte, sarà difficile andarli a riprendere perché sono tutti corridori fortissimi che fanno parte di squadre altrettanto competitive. Non vedo altri team in grado di organizzare un inseguimento, quindi è facile che arrivino fino al traguardo. Però ci tengo a dire una cosa…».

Tadej Pogacar in maglia azzurra, alza al cielo il Tridente di Poseidone, suo per il secondo anno consecutivo. È lui il favorito di Paolini (foto: LaPresse)

Prego.

«Non esiste corsa più facile da perdere come la Sanremo. Basta un piccolo errore, una posizione sbagliata, che qualsiasi discorso cade. Magari uscirà una corsa bloccatissima, nessuno riuscirà ad andare via e tutto si deciderà in volata. Prevedere una gara come la Sanremo è quasi impossibile».

In caso di arrivo in volata?

«Vedo bene Ewan, che l’ha già sfiorata due volte. Ma io starei attento anche al nostro Nizzolo. Sono molto amico di Giacomo e riconosco quando è super concentrato e mentalizzato. L’ho sentito poco nell’ultimo periodo, segno che non vuole distrazioni. So che si è preparato molto bene e le ultime uscite sono state incoraggianti. Non lo sottovaluterei fossi nei suoi avversari».

Gli altri italiani?

«Difficile possano fare qualcosa. Colbrelli poteva essere il nostro uomo, ma arrivare a una corsa come la Sanremo con così pochi chilometri sulle gambe e una brutta bronchite non è certo l’ideale. Difficile competere con i migliori se stai male. Viviani non mi sembra avere ancora un’ottima gamba e la Ineos è una squadra con diverse punte».

E Ganna? Ti aspetti una sua sparata sul Poggio?

«Non lo so, anche se me lo auguro. Innanzitutto deve superare indenne il Poggio e non sarà semplice, poi dovrà fare i conti con le energie rimaste. Filippo sta bene ed è un campione, ma se è lì in gruppo sull’Aurelia, sicuramente lo terranno tutti sotto controllo. Andare via quando tutti sono sulle tue ruote? Devi avere proprio una giornata di grazia».