BS BIGSHOT/ L’epopea messicana di Moser in 10 foto. Così Francesco disintegrò il record dell’Ora di Merckx (Gallery)

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Fu un salto nel futuro, una rivoluzione tecnologica e scientifica, ma anche l’impresa di un campione testardo e orgoglioso, capace di mettere a disposizione della causa tutto se stesso e il suo carattere smisurato. Nel gennaio del 1984, a Città del Messico, Francesco Moser migliorò in quattro giorni per due volte il record dell’Ora, sbriciolando i 49,432 chilometri percorsi da Eddy Merckx, proprio nella capitale messicana, nel 1972. Un limite che sembrava insuperabile, protetto anche dal mito di chi lo aveva stabilito.

Quella di Moser fu un’avventura nuova, non solo nel ciclismo ma in tutto l’universo sportivo, sul piano dei materiali, della cura dell’alimentazione, della programmazione scientifica e della cura del particolare. Il campione trentino vi si tuffò a 32 anni, quando sembrava aver già imboccato il viale del tramonto, uscendone rigenerato.

Tra il 19 e il 23 gennaio del 1984 portò il record al fantascientifico limite di 51,151 km, pedalando con una bici mai vista e ruote lenticolari. Sedici anni dopo, l’Unione Ciclistica Internazionale avrebbe deciso di cancellare retroattivamente quel primato, riservando il record dell’Ora alle prestazioni ottenute con biciclette tradizionali. Il fascino dirompente dell’epopea messicana, tuttavia, rimarrà intatto.

Su quibicisport.it ripercorriamo quella doppia impresa attraverso una galleria di dieci grandi immagini evocative.

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