Lo sfogo di Silvio Martinello: «La Federazione non ha chiari gli obiettivi. Chiedo risposte alle mie domande»

Silvio Martinello candidato alla presidenza della Federazione
Silvio Martinello ufficializza la candidatura alla presidenza federale
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Le decisioni prese dal nuovo corso federale di rivoluzionare l’intero aspetto tecnico delle varie nazionali di ciclismo non hanno convinto tutti. Tra appassionati e addetti ai lavori in molti si sono schierati contro il presidente Dagnoni e i suoi collaboratori, e tra questi c’è anche Silvio Martinello.

L’ex pistard e commentatore tecnico, che ricordiamo si era candidato per la presidenza federale, ha avuto modo di approfondire questo discorso sulle sue pagine social. Riportiamo le sue parole…

«Gli approfondimenti fatti, e che farò, non toccano minimamente i nomi dei soggetti a cui è stata affidata la responsabilità di guidare le nazionali azzurre, ai quali approfitto per fare già in premessa un sincero augurio di buon lavoro. La mia analisi verte sulla evidente mancanza di un progetto che consentirebbe di capire meglio le scelte. Infatti i cambiamenti fanno leva sostanzialmente su alcune sostituzioni e sullo spostamento di qualcuno da un incarico all’altro, ma per fare cosa?

«Appare con chiarezza la mancanza di un obiettivo, se non quello di “marcare il territorio”. Finora una gestione priva di concretezza ma ricchissima di slogan. La presentazione stessa dei nuovi tecnici non è scampata al consueto cliché e nessuno spiega ed argomenta quali obiettivi ci siano. Con le sue parole il presidente della FCI ha raccontato che ci sarà maggiore collaborazione tra i tecnici. Maggiori sinergie, lavoro trasversale e meno protagonismo di alcuni che prevaricavano l’impegno di altri.

«Seguendo il suo ragionamento si arriva alla conclusione che fino ad oggi questa collaborazione non c’era, mancava sinergia tra i settori e qualcuno faceva il “fenomeno” oscurando il lavoro degli altri. Diciamo che non serve troppa fantasia per capire dalle sue frasi le reali ragioni, per esempio, dell’allontanamento di Davide Cassani. Conosco un solo metodo efficacie di lavoro. Focalizzare gli obiettivi, stendere un progetto per perseguirli ed individuare profili idonei a cui assegnare la responsabilità di raggiungerli.

Le domande di Martinello

«Pertanto chiedo: che progetto ha la FCI per l’importante struttura delle squadre nazionali? Aiuta andare a rileggere il programma del presidente per capire che non aveva un’idea nemmeno sulla carta, il capitolo squadre nazionali infatti non viene nemmeno menzionato, si parla genericamente della Maglia Azzurra. Cito testualmente: “Maglia Azzurra che racchiude in sé valori importanti, merita e dovrà avere una maggiore valorizzazione. Un patrimonio di questo tipo merita l’attenzione di partner istituzionali e commerciali di livello assoluto”! Sinteticamente un vuoto totale! Come detto a me interessano i progetti e se da parte dei media addetti ai lavori non vengono chiesti chiarimenti, mi permetto di farlo io nella consapevolezza che non otterrò mai risposta ma nella speranza di poter sensibilizzare al ragionamento qualche mente obiettiva, sempre ne esistano ancora all’interno del nostro mondo.

«Partiamo dall’organigramma; ritengo si sia fatto un ampio passo indietro e mi spiego meglio; settore strada, crono e pista endurance che, come abbiamo ormai imparato a conoscere sono ormai cosa unica, ovvero molti atleti sono funzionali a tutti e tre i settori e da oggi lavoreranno con 2/3 tecnici diversi! Nella categoria junior maschile i corridori e le società lavoreranno con un tecnico per strada e pista ed uno per la crono, le donne junior con tre tecnici diversi, così gli under 23, le donne e gli uomini elite. Chi farà le scelte su come e dove impiegare quegli atleti utili e funzionali a tutti e tre i settori? Sarà l’influente team manager a dirimere le questioni e le esigenze diverse tra i tecnici? Faccio notare che nessuna federazione avanzata è strutturata in questo modo!

E la velocità?

«Altro punto sempre rimanendo alla pista; il settore della velocità che fine ha fatto? Per curiosità mi sono riletto il programma del presidente, effettivamente non ne parlava, pertanto sul punto è rimasto coerente; il settore continua a non interessare all’attuale gestione come accaduto con quella precedente, ed a questo punto chiaro non interessi nemmeno al CONI! Altro tema; è stato nominato un soggetto che fungerà da “intermediario” tra i tecnici. Il quesito sorge spontaneo; i tecnici per parlarsi tra loro dovranno affidarsi all’intermediario?

«Sono solo alcuni dei temi che meriterebbero un chiarimento, spiegati ed argomentati, altrimenti si genera confusione. Invece si presenta il tutto facendo leva su luoghi comuni e concetti privi di contenuti, nessuno pone domande, compresi gli operatori dei tanti media specializzati attentissimi a non disturbare, di conseguenza nessuno si prende la briga di spiegare. Sugli altri settori non ho specifica competenza per commentare. Ma anche lì non ho letto un solo progetto specifico nonostante l’impegno fosse quello di far fare il definitivo salto di qualità. Per esempio, al settore del fuoristrada.

Capitolo fuoristrada e paraciclismo

«A proposito del fuoristrada, mi raccontano che il presidente giustifica i malumori che provengono dal settore che lamenta la consueta ed ormai cronica mancanza di attenzione con un emblematico: “Non posso occuparmi di tutto”! Un modo come un altro per scaricare sui colleghi di consiglio la responsabilità. Il CF, questa soporifera entità NP (non pervenuta) ed assente ingiustificato. In questa totale mancanza di chiarezza infatti, di limpido emerge il letargo perenne in cui versa il CF; vice presidenti e consiglieri relegati a mero strumento di ratifica delle decisioni assunte dal presidente.

«Altro veloce quesito che mi incuriosisce e riguarda il settore paralimpico. Ha destato stupore l’allontanamento del “vecchio boss” Mario Valentini, sembra addirittura chiesto da influenti rappresentanti del CIP e da diverse anime del settore, atleti compresi. Però gli stessi “richiedenti” si domandano perché non sia stato scelto un soggetto proveniente dal mondo paralimpico per sostituirlo? Il sospetto è che ancora una volta si sia utilizzato il settore per “paracadutare” qualcuno a cui era necessario trovare una collocazione.

«Tuttavia è ora di voltare pagina, finalmente si è definita la squadra tecnica delle nazionali mettendo fine ai tormentoni estivi che hanno creato non poco imbarazzo, ed il movimento auspica un urgente e concreto lavoro sulle tante criticità che sono sul tavolo: la sofferenza della base, le difficoltà degli organizzatori, la necessità di un serio progetto di promozione su scala nazionale, impegnarsi e contribuire ad affrontare lo spinoso tema della sicurezza che continua ad essere di triste attualità, improntare dei calendari per la pista, regionali e nazionali, per non disperdere il patrimonio accumulato con i successi di Tokyo e Roubaix e tanto altro. Se il CF prendesse finalmente consapevolezza di queste urgenze sarebbe già un risultato, almeno imporrebbe loro il tentativo di pensare a delle strategie per contrastarle. A tutti i tecnici, nuovi e vecchi, ed ai loro collaboratori pertanto un sincero augurio di buon lavoro ed al movimento ciclistico italiano buona fortuna, ne ha un gran bisogno».