TOUR DE FRANCE / Roberto Conti: «C’è troppo nervosismo. Ai miei tempi si correva diversamente»

Tour de France
Roberto Conti commenta la quinta tappa del Tour de France 2021.
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Come interpretare le tante, troppe cadute di questa prima parte di Tour de France? E soprattutto, quali possono essere le possibili soluzione per mettere un freno a questo nervosismo che aleggia in gruppo quando ci si avvicina alla volata? Ne discutiamo con Roberto Conti, un corridore che di Tour ne ha corsi ben undici e sa bene di cosa stiamo parlando…

Roberto, analizziamo le tante cadute…

«Direi che potremmo dividerle. Perché sto leggendo molte accuse all’organizzazione, che condivido, ma non bisogna dimenticarsi degli errori dei corridori».

Cosa intendi?

«Siamo tutti d’accordo che quella curva ai cento metri dal traguardo sia improponibile giusto? Non riuscire a vedere l’arrivo aumenta i pericoli a quelle velocità, credo che Mario Cipollini, per dirne uno, sarebbe d’accordo con me. Poi c’è stato quel passaggio stretto con curva a sinistra dove sono caduti gli uomini della Bahrain-Victorious, e anche lì l’organizzazione ha le sue colpe».

Il gruppo dove sbaglia?

«Sbaglia nell’interpretare i finali di tappa. Capisco che tutti vogliano stare davanti, ma abbiamo visto che le principali cadute sono state nelle prime 25 posizioni. A che serve? Non è meglio stare più indietro evitando di finire a terra a 70 chilometri orari? Ai miei tempi non era così…»

Cos’è cambiato?

«Noi correvamo più “rilassati”. Non servono sette uomini a difesa del capitano, si crea solo un mucchio enorme dove basta pochissimo per finire a terra.

Quindi la soluzione qual è?

«Ne basterebbero due o tre per gli uomini di classifica, come si faceva una volta. Nelle tappe di pianura io mi staccavo quasi subito, anche per preservare energie, e i passisti rimanevano al fianco di Marco (Pantani ndr). Poi voglio farvi un esempio…»

Prego.

«Se si forma un treno di otto corridori della stessa squadra e il primo di questi cade, tutti finiscono faccia all’asfalto. Che senso ha? Tutto il team rischia di andare a casa o finire in infermeria…»

Potrebbe essere un’idea quella di congelare i distacchi prima?

«Sì, visto come si stanno evolvendo le cose».