Milesi: «Alla Coppi e Bartali un assaggio di professionismo. Delle cronometro mi piace la solitudine»

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Lorenzo Milesi in maglia Beltrami TSA al Trofeo Laigueglia 2021.
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Al momento si divide tra le lezioni di meccatronica con la didattica a distanza e gli allenamenti in bicicletta. In futuro, però, Lorenzo Milesi spera di dedicare ancora più spazio al ciclismo, magari per puntare a vincere le classiche che tanto gli fanno gola. Il corridore del Team Beltrami Tsa si prepara a vivere una stagione intensa, con l’obiettivo di continuare a fare esperienza.

Lorenzo, quali sono gli appuntamenti per questa stagione?

«A causa dell’emergenza Covid non abbiamo un piano di gare ben delineato. Si lavora di settimana in settimana. Solo a inizio marzo ho saputo che avrei preso parte alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali».

A proposito della Settimana Coppi e Bartali, come valuti questa esperienza?

«Non è stata positiva data la caduta che mi ha costretto al ritiro. Fortunatamente niente di rotto. Comunque ne ho approfittato per stare a contatto con i professionisti».

Qual è la differenza prevalente nel confronto con i professionisti?

«Non sono abituato a fare certi chilometraggi. E poi essendomi rotto il gomito a fine novembre, mi manca un po’ di fondo. Non sono ancora al 100%. Con gli Under 23 ho fatto poche gare. Nei professionisti il ritmo è costante. Ci sono meno scatti, la gara è meno frenetica».

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Lorenzo Milesi alla partenza del Trofeo Laigueglia 2021.

Sei stato campione italiano juniores a cronometro nella scorsa stagione. Cosa ti piace di questa disciplina?

«Secondo me è più facile. Sei da solo. Quando parti devi solo concentrarti su te stesso. Hai la tua linea da seguire. Lo trovo più semplice. Sarà anche perché ho iniziato tardi a stare in gruppo e devo spendere molte energie per non fare errori. Fosse per me andrei sempre all’attacco».

Consideri il successo a cronometro nei campionati italiani un punto di svolta per la tua carriera?

«È stata una bella vittoria tra le poche che ho ottenuto. È solo un trampolino di lancio».

Come ti sei avvicinato al ciclismo?

«Ho iniziato al termine del secondo anno con gli allievi. Per 12 anni ho giocato a calcio, poi mi sono rotto i legamenti della caviglia. Ho provato con la bici e ci ho preso gusto. All’ultima gara di quella stagione sono arrivato nono, un risultato notevole considerando che avevo poca esperienza. Iniziando dopo ho avuto meno stress».

Squadra del cuore nel calcio?

«Direi il Milan, ma non ho mai seguito troppo le partite».

E la gara che in futuro vorresti vincere?

«Mi sento predisposto per le classiche».