AMARCORD/29 Tour 2011, Ivan Basso ci riprova: bravo sui Pirenei, arranca sulle Alpi, e Cunego fa meglio di lui

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Giugno 2011: a 33 anni, Ivan Basso si prepara a correre il suo settimo Tour. Per una serie di circostanze, è anche il primo che affronta senza l’ombra ingombrante di Lance Armstrong. Ivan ne è stato a lungo l’avversario più temibile, e due volte (nel 2004 e 2005) lo ha affiancato sul podio di Parigi. E quando, scontata la squalifica per i fatti della Operación Puerto, è tornato al Tour nel 2010, ha trovato di nuovo in gara il texano, impegnato nella sua seconda, breve carriera dopo il ritiro di cinque anni prima. 

L’avvicinamento del varesino alla Grande Boucle è stato peraltro turbato da una rovinosa caduta in allenamento, sull’Etna, da cui è uscito con 15 punti di sutura al volto e uno stop di una decina di giorni. Il che però non gli impedisce di allinearsi alla partenza con legittime ambizioni di vittoria.

All’Alpe d’Huez con il fiato grosso, poi il crollo nella crono di Grenoble

Basso, ci sei? La domanda che rimbalza dalla copertina di Bicisport sembra trovare riscontri positivi. Sui Pirenei, primi ostacoli seri nel tracciato della Grande Boucle, Ivan se la cava piuttosto bene. Verso il traguardo di Plateau de Beille, sul quale nel 1998 Marco Pantani aveva celebrato la sua epopea, dà un paio di accelerazioni importanti, anche se non riesce a fare la differenza. In classifica è quinto a oltre tre minuti dal francese Voeckler, ma i pezzi grossi sono tutti a tiro: Andy Schleck e Cadel Evans sono lì a un minuto, Contador gli è addirittura dietro. 

Ivan Basso sulle ultime rampe dell’Alpe D’Huez, arrivo della terzultima tappa del Tour de France 2011. Per l’italiano, qui seguito dallo statunitense Leipheimer, fu una giornata difficile, conclusa al 14° posto, a 2’06” dal vincitore Pierre Rolland.

Nelle stesse posizioni si arriva al trittico alpino. Al primo giorno, Ivan cede mezzo minuto agli avversari; al secondo, ha una buona reazione e si piazza quarto; al terzo, sulle rampe dell’Alpe d’Huez, paga un dazio di oltre due minuti, che in classifica diventano 4’40”. 

Il giorno dopo, nella crono di Grenoble, Cadel Evans vince il Tour, mettendo alle spalle i due fratelli Schleck. Basso prende quasi 4 minuti e deve accontentarsi dell’ottavo posto finale, che diventerà il settimo con la squalifica successiva di Contador. Meglio di lui fa il sorprendente Damiano Cunego (sesto), capace di riproporsi ad alti livelli in una grande corsa a tappe dopo anni oscuri. 

L’anno dopo, al Giro, l’annunciato duello Basso-Cunego terrà banco per un po’. I due si fermeranno rispettivamente al 5° e 6° posto e per entrambi sarà proprio quella l’ultima corsa a tappe da protagonisti.