Mattia Petrucci: «Il passato è alle spalle. Con la Colpack inizia una nuova avventura»

Mattia Petrucci, con la maglia continental della Groupama-FDJ, controlla alcuni dettagli della sua bici
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Torna in Italia Mattia Petrucci e lo fa con la voglia di riprendersi quello che il Covid-19 e le cadute gli hanno tolto nel 2020. Il veronese, classe 2000, è reduce da due anni con la formazione continental della Groupama-FDJ, ambiente in cui ha potuto già assaggiare la mentalità dei professionisti ma da cui, per diverse vicissitudini, sperava di trarre di più.

In Francia, pur trovando «lo stesso centro tecnico del team World Tour», non è scoccata la scintilla e questo, assieme alla pandemia e a una serie di altre problematiche, lo ha fatto propendere per varcare nuovamente le Alpi ed accasarsi alla Colpack Ballan, formazione con cui cercherà di rilanciarsi.

Un anno travagliato

Tutto è iniziato a metà maggio dello scorso anno quando la squadra lo ha richiamato dal ritiro al Sestriere con la Nazionale del CT Amadori.

«Poco tempo dopo sono caduto con la bici da crono e mi sono procurato una microfrattura al ginocchio che mi ha obbligato a due settimane di stop e a un’altra di riabilitazione. In pratica ho iniziato la stagione al Giro Under 23. Lì son caduto un’altra volta e dopo sono finito ancora in terra in allenamento. A quel punto, con la forma fisica che non era neanche lontanamente quella che speravo, ho dovuto superare alcune problematiche mentali e non sono più riuscito a trovare la concentrazione che serviva per prepararmi a un certo livello».

Col «morale a terra» e nonostante l’intenzione della Groupama fosse quella di puntare ancora su di lui, Petrucci ha voluto voltar pagina lasciandosi «il passato alle spalle» e provando «a iniziare una nuova esperienza» tra le fila del team di Massimo Rabbaglio. Qui «si è creato subito un rapporto di fiducia reciproca» ma soprattutto, in accordo con la squadra, il terzo classificato al Piccolo Lombardia 2019 ha avuto la possibilità di ricongiungersi col suo preparatore al tempo degli Juniores Mauro Bissoli.

Palestra e propositi

Cambiato quindi ambiente e riabbracciato un volto amico, Mattia ha trascorso l’inverno «facendo quasi solo palestra» e coltivando nuovi stimoli per «poter fare una buona stagione».

Il prossimo sarà il suo «terzo anno nella categoria, l’annata giusta per provare a passare in quella superiore».

«Qualche problematica non mancherà ma, in questo senso, gli ultimi due anni d’esperienza che ho fatto all’estero mi hanno sicuramente aiutato nella gestione di certe situazioni, mi hanno temprato caratterialmente e mi hanno fatto maturare molto dato che ho dovuto mandare giù tanti bocconi amari e […] vivere da solo in Francia a periodi alternati».

In ogni caso, senza «alcun rammarico» per quanto riguarda le stagioni passate e motivato da quella che sta per iniziare, Mattia ha già puntato lo sguardo sul 2021 senza lasciare nulla al caso.

Mattia Petrucci in allenamento

Crono e caratteristiche

Sebbene infatti sia «molto riservato» circa il suo lavoro, Petrucci durante l’off-season è andato a toccare «tutti i punti deboli», cimentandosi con «ciclocross e mountain bike» e «lavorando molto indoor con la bici da cronometro facendo molte sessioni al medio».

«La crono non è un aspetto che ho mai curato particolarmente ma è […] comunque un esercizio che ti dà quel grado di sopportazione in più al dolore, quella capacità di respirazione che la sola attività su strada non ti dà».

L’obiettivo è prepararsi al meglio e, chiarendo come non senta «particolari pressioni perché non deve dimostrare niente a nessuno», farsi trovare pronto per gli appuntamenti più congeniali alle sue caratteristiche. Parliamo di «San Vendemiano, Palio del Recioto, Trofeo Piva, Liegi-Bastogne-Liegi», ovvero corse ideali per uno «scalatore dotato di un buono spunto veloce» come lui, qualità che spingono Mattia a ispirarsi a un corridore come Valverde.

«Ho un fisico e un’altezza simile ma soprattutto anche lui, come me, non è uno scalatore puro visto che è esplosivo e in grado di imporsi in volate ristrette o con la strada che tira. In questi tipi di finali, come sugli strappi brevi, anch’io posso dire la mia tant’è che se dovessi indicare la gara che un giorno vorrei vincere tra i professionisti direi la Freccia Vallone. Valverde l’ha vinta ma successivamente ha dimostrato anche che attraverso l’esperienza, il lavoro e la predisposizione si può andare altrettanto forte pure su altri tipi di salite».

Mattia Petrucci in azione con la maglia della formazione continental della Groupama-FDJ

Vivere la passione

Nel frattempo, in attesa di misurarsi con le pendenze del Muro di Huy, Mattia lavora con «meticolosità e determinazione» (i suoi due pregi), ama allenarsi da solopreferisco sentire il vento in faccia come quando sei in corsa e, a un certo punto, ti trovi da solo a doverti misurare con la fatica») e vive quella che sta diventando la sua professione come un hobby, perché «vivere il ciclismo come un lavoro vuol dire aspettare fine mese per riscuoterlo lo stipendio; viverlo come un hobby e come una passione, vuol dire aspettare il giorno dopo per potersi allenare un’altra volta ancora».

E allenamento dopo allenamento Petrucci spera in questo 2021 di far brillare nuovamente la propria luce come in occasione degli Internazionali di Sovilla 2018, il suo ricordo più bello finora vissuto in sella alla bicicletta.

«Di quel giorno ricordo ancora le sensazioni, la fatica, il caldo e la volata finale che ho vinto partendo ai 350 metri e dove mi sono imposto più con la grinta e la voglia che con le gambe. Da allora non sono mai più riuscito a sviluppare tanti watt massimali come quella volta. È stata anche una vittoria di testa perché sulla linea non avevo davvero più niente nel serbatoio, sulla bici ero come in croce tant’è che i miei tecnici mi hanno dovuto letteralmente tirar giù».

Chissà che, superati quei patimenti e quegli ostacoli che nel 2020 hanno fermato la sua rincorsa come quella di molti altri, Mattia non trovi finalmente davanti a sé strada spianata e…qualche strappo, giusto un paio, quelli ideali per riprovare a spiccare il volo.