La Colombia celebra Dani Martinez: «Immenso!». Può davvero essere uno da Tour?

Daniel Martinez nel finale dell'ultima tappa del Giro del Delfinato. @EFprocycling
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Immenso”. Tanto forte da scrivere il suo nome “a lettere d’oro” in una corsa “mitica”. Con la proverbiale enfasi, la stampa ciclistica colombiana celebra Daniel Martinez, che ieri ha vinto il Giro del Delfinato, diventando subito un personaggio in patria.

Nella corsa francese la Colombia era entrata tra squilli di fanfara, con tre grossi calibri da Tour de France: ma Bernal si è ritirato per il mal di schiena, Quintana ha fatto lo stesso accusando un dolore al ginocchio, Miguel Angel Lopez ha ceduto nell’ultima tappa e si è dovuto accontentare del quinto posto nella generale. Però succede che spunta questo ventiquattrenne della EF Pro Cycling e il bilancio torna a posto, anche perché le frecce colombiane per il Tour a questo punto potrebbero diventare quattro (in attesa di responsi da Esteban Chaves).

Alla scoperta di Martinez: scalatore e grande cronoman

Potrebbero, e il condizionale è doveroso, considerata la durezza della Grande Boucle e quella terza settimana che stronca spesso i neofiti. “Dani” Martinez però in Francia non sarà un debuttante assoluto, visto che ha corso il Tour due anni fa arrivando 36°, e sui venti giorni si è già collaudato anche lo scorso anno alla Vuelta. In più, è un gran cronoman, tanto che da due anni è campione nazionale della specialità. Contro il tempo arrivò sesto due anni fa proprio al Tour, nella prova di Cholet. Un dettaglio non proprio insignificante, visto che la prossima Grande Boucle proporrà una insidiosissima cronometro nella penultima tappa.

Chi lo segue, assicura che Martinez stia crescendo in modo esponenziale. Quest’anno, a febbraio, aveva già fatto un grande Giro di Colombia, terminato con una vittoria di tappa e il secondo posto assoluto.

«Quando abbiamo ingaggiato Dani nel 2018 in molti lo sottovalutavano – ricordava ieri Jonathan Vaughters, manager della EF Pro Cycling – Ma Urán me l’ha consigliato, lui credeva nel ragazzo. E dopo alcuni anni di lavoro insieme, è ormai chiaro che valeva la pena rischiare. Dani ha lavorato duramente per arrivare a questo livello e il suo stile si adatta perfettamente a questa squadra».