I sindaci rifiutano la Sanremo, Guarnieri: «La Liguria ha scelto le auto, peccato»

Guarnieri
Jacopo Guarnieri si è sfogato sui Social dopo l'ennesimo allenamento con tanti rischi sulla strada
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«Un enorme fallimento», così Jacopo Guarnieri definisce la cosiddetta ribellione dei sindaci della provincia di Savona, che non hanno voluto che la Milano-Sanremo passasse sul loro territorio l’8 agosto. Una decisione che ha costretto gli organizzatori della Classicissima a cambiare il percorso all’ultimo momento. A rivoluzionarlo proprio. 

Guarnieri, ultimo uomo di Arnaud Démare alla Groupama-FdJ, ha impostato gran parte della sua stagione sul calendario italiano, e quello della Sanremo è il primo grande obiettivo di questi tre mesi a tutta. Ma Guarnieri è anche un uomo capace di pensieri profondi e articolati. E il suo thread su twitter a proposito della ribellione dei sindaci lo dimostra una volta di più.

«Un enorme fallimento la decisione dei sindaci»

«Per quanto sia tecnicamente interessante (una novità necessaria per un percorso cristallizzato negli anni) è invece un enorme fallimento per l’approccio della provincia di Savona e dei suoi comuni». La Liguria ha perso 127 chilometri di corsa, mantenendone solo 36. «Una regione come la Liguria, piccola, stretta tra mare e montagna, sceglie le auto anziché le bici». Eccolo il peccato mortale, secondo Guarnieri. «Con bici non intendo la Milano-Sanremo, ma tutto quello che ci ruota attorno. Anziché sfruttare il passaggio di una corsa ciclistica con visibilità internazionale per promuovere il territorio in modo diverso da come si è sempre fatto, si sceglie la via comoda: parcheggia a 200 metri dalla spiaggia».

«Forza, che il mondo si muove veloce!»

Difficile dirlo meglio, soprattutto al termine di un periodo di lockdown che avrebbe dovuto farci capire molte cose. Per esempio che spostarsi con mezzi ecologici potrebbe aiutarci in futuro ad avere meno problemi. E invece mostra di essere stato, ancora una volta, un’occasione persa. Come dice Guarnieri rivolto ai sindaci conservatori. «Senza coraggio o inventiva. Forza signori miei, che il mondo si muove veloce!».

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