Evenepoel, il ragazzo dei sogni: ora esame Lombardia e poi il Giro!

Tempo di lettura: 2 minuti

Lui va, vede e vince. Con sovrano distacco e il colpo di pedale dei grandissimi. Sull’onda dei suoi vent’anni, autorizza tutte le iperboli e, se ha limiti, per ora si è ben guardato dal rivelarli. Remco Evenepoel ha festeggiato sabato scorso la vittoria nella Vuelta a Burgos, il che vuol dire che le brevi corse a tappe messe in bacheca in questa stagione dal talento della Deceuninck-Quick Step sono già tre. Le prime due, Vuelta San Juan e Volta Algarve, prima del lockdown.

Le iperboli, si diceva: c’è già chi lo vede come uno dei fari del Giro di Lombardia, il 15 agosto prossimo, e lui non si nasconde: «Gara bellissima e prestigiosa, ne ho già parlato con i miei tecnici», ha detto a inizio luglio. Conviene appena ricordare che proprio un anno fa, il 3 agosto 2019, vinse a 19 anni la Clàsica de San Sebastian, non proprio una passeggiata, piantando tutti sull’erta finale. Uno così, con 12 mesi di crescita, potrebbe davvero domare anche il Lombardia, o quanto meno provarci fino alla fine.

Con lui il Belgio torna a sperare in rosa, dopo 42 anni

E poi il Giro d’Italia, e qui si fanno i conti con la storia. Basta dare un’occhiata all’albo d’oro per accorgersi che l’ultimo belga in grado di cogliere la rosa è stato l’antichissimo Johan De Muynck. Tanto per contestualizzare, erano i tempi di Moser e Saronni, con il primo che costretto ad accontentarsi del terzo gradino del podio, dietro alla piazza d’onore di Gibì Baronchelli. De Muynck, lo stesso che due anni prima aveva dovuto cedere la vittoria a Gimondi, dopo un duello che toccò i toni dell’epos. Era appena finita l’era di Eddy Merckx, che il Giro lo aveva monopolizzato per cinque edizioni: allora non si poteva immaginare, ma l’urlo di De Muynck sarebbe stato l’ultimo acuto belga. Almeno fino all’emersione di Evenepoel. Che alla sua età può far tutto, perfino deludere le attese, anche se non sembra averne alcuna intenzione.