Tom Dumoulin ha dimostrato ancora una volta che la classe atletica non abbandona mai un vero fuoriclasse. Nella Maratona di Amsterdam di domenica, l’olandese ha fatto sua una nuova, epica impresa, chiudendo la sua prima gara sui 42,195 km in un incredibile 2:29:21.
«Volevo correre sotto le due ore e mezza, e ci sono riuscito. Ma è stato doloroso e difficile», ha raccontato Dumoulin all’agenzia stampa belga Het Laatste Nieuws dopo la sua sofferta ma trionfale prova. Il suo tempo lo ha posizionato al 116° posto su oltre 23.000 partecipanti, un risultato che anche i migliori runner amatoriali sognano per decenni.
La strategia, come ammesso dallo stesso atleta, non è stata proprio impeccabile. «Naturalmente, sono partito troppo forte – ha confessato a HLN – Stavo correndo così bene che ho pensato: ‘Vediamo cosa succede’. In bici non lo faccio. So cosa posso fare e come gestire il ritmo. Nella corsa, in segreto, lo so anche io, ma mi diverto semplicemente a farlo».
Questo approccio ha avuto conseguenze prevedibili. Dumoulin è “scoppiato”: ha coperto la prima mezza maratona in 1:09 e la seconda in 1:20. «C’è una tale differenza tra la mia forma fisica e ciò che muscoli e tendini possono sopportare. Ero in un gruppo forte e fisicamente ho pensato: ‘Proverò’. Ma a metà gara ho sentito tutto irrigidirsi e ho pensato: ‘Sarà una lunga strada’».
Nonostante i crampi, la sua velocità media è stata comunque impressionante: 3’32” al chilometro.












