Dalla prova femminile dei Mondiali gravel, le atlete della nazionale dei Paesi Bassi ne escono con del malcontento. Eppure solo in top10 hanno occupato la prima, la seconda, la quarta, la quinta, la settima, l’ottava e la nona posizione.
«Nel gravel le atlete e gli atleti si iscrivono individualmente, ma corrono comunque con la maglia della nazionale – ha spiegato il ct neerlandese Laurens Ten Dam – È una cosa difficile da capire».
Quello che è successo durante la prova iridata e che ha scatenato la rabbia di qualche atleta, in pratica, è che si sono create colazioni tra atlete che su strada corrono con la stessa squadra.
Shirin van Anrooj (che su strada porta i colori della Lidl-Trek) guidava la corsa con un margine di vantaggio incoraggiante rispetto alle avversarie. Dietro, però, due atlete hanno aiutato Lorena Wiebes (Paesi Bassi) a ricucire il distacco: una è stata la compagna di nazionale Yara Kastelijn e l’altra è stata Julia Kopecký, della Repubblica Ceca per il gravel ma della SD Worx-Protime su strada come Wiebes.
«Questa cosa ora si ripercuoterà sulla strada – ha continuato Ten Dam intervistato da NOS – Io nel gravel ho un ruolo poco più che cerimoniale, che però può influire sulle gare in strada. Se non mi fossi trovato in questa posizione, ai Mondiali dell’anno prossimo avrei potuto dire loro ‘qui quella storia del gravel non conta, è stato un vostro problema’, ma così non posso. Ora voglio riflettere sul fatto di rimanere o meno Ct anche del settore gravel. Anche se l’obiettivo di questa gara era vincere ed è quello che abbiamo fatto».
Van Anrooij, che si è vista “rubare” il titolo da una connazionale, ha detto sempre a NOS: «Io in questi anni ho sempre fatto le cose da giocatrice di squadra. E proprio non capisco perché sia andata così stavolta. Dovrebbe essere chiaro: se davanti c’è una del tuo stesso paese che è certa di vincere un campionato del mondo, la lasci andare. Posso capire che tutte vogliano provare a vincere o a salire sul podio, ma alla fine Persico è arrivata terza. Sono davvero delusa. Con Yara Kastelijn eravamo compagne di stanza al Mondiale di Kigali qualche settimana fa. Proprio non capisco. Potevo capire Kopecký e Persico, ma lo avessero fatto loro penso che sarei stata forte abbastanza per rimanere davanti. Non voglio dire altro, ma penso che questa fosse la mia occasione per una maglia iridata e che questa occasione mi sia stata portata via».
Kastelijn, al posto di parlare con i giornalisti, ha affidato le sue parole a una nota diffusa dalla sua squadra (Fenix-Deceuninck, ndr). «Non volevo far perdere Shirin, assolutamente. Volevo solo ottenere il massimo per me stessa. Il nostro Ct ci aveva detto, prima della gara, che le gare gravel non si corrono con le stesse tattiche di una prova su strada. L’ho preso forse troppo alla lettera nel finale. Ora, non credo che lo rifarei. Non avevo realizzato che ci fosse ancora Persico nel gruppetto. Solo dopo, quando ho visto le immagini televisive, ho capito che la mia non è stata la mossa più intelligente che potessi fare. Si impara da momenti come questi. Mi scuso con van Anrooj».












