Tadej Pogacar è emozionato per tanti motivi diversi: per il quinto Lombardia consecutivo (cinque come Coppi), per aver celebrato a dovere l’addio di Majka, per aver parlato con Merckx a telefono.
«Me lo ha passato Ernesto Colnago, era all’arrivo. È sempre un piacere parlare con il grande Eddy, ma come ho già detto in altre occasioni certi paragoni non mi piacciono perché credo che ognuno sia unico».
In cosa ti senti più unico degli altri?
«Magari risalto perché vinco più degli altri, ma ripeto che ognuno è unico e non deve temere di essere differente dagli altri».
Oggi si è ritirato Majka. Come lo ricorderai?
«Come il mio mentore, come un fratello maggiore. Un corridore che mi ha insegnato tanto. Porterò sempre con me i tantissimi momenti che abbiamo condiviso».
In che modo la Uae Emirates è diventata la corazzata che conosciamo oggi?
«Non voglio dire che quando sono entrato io nel 2019 l’ambiente non fosse professionale, ma di sicuro i primi due Tour de France vinti insieme ci hanno permesso di cambiare marcia e di imboccare la direzione giusta per diventare il grande team di oggi. Speriamo di durare il più a lungo possibile».
Come giudichi la gara di del Toro?
«Meritava le sue chance, ha vinto tantissime gare recentemente, e io credo che possa essere soddisfatto con il suo piazzamento (quinto, ndr). Ha davanti a sé un futuro brillantissimo, magari capiterà anche di doverlo aiutare».
Da giovane credevi di poter vincere una classica monumento cinque volte di fila?
«Da ragazzo non sapevo neanche cosa fosse una classica monumento. Ho realizzato un sogno dietro l’altro, dico davvero».
Sai pianificare alla perfezione le tue vittorie. E i momenti di riposo, invece?
«Devo migliorare, ma ci sto lavorando. Voglio dire, c’è sempre qualcosa da fare e un evento a cui partecipare, ma sono contento dell’equilibrio che ho trovato con la mia compagna Urska e di aver vinto oggi una corsa stupenda: sull’ultimo strappo il tifo degli appassionati era assordante».












